Cordolo rotto, anziana cade. Il Comune di Civitanova dovrà pagare 49mila euro

Cordolo rotto, anziana cade. Il Comune di Civitanova dovrà pagare 49mila euro
Cordolo rotto, anziana cade. Il Comune di Civitanova dovrà pagare 49mila euro
di Benedetta Lombo
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Sabato 6 Aprile 2024, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 11:29

CIVITANOVA Sale sul marciapiede ma il cordolo è rotto, lei cade, batte la testa e si frattura un omero, Comune condannato a pagare 49mila euro a una 70enne. È quanto stabilito dal giudice civile del Tribunale di Macerata Umberto Rana che, accogliendo la richiesta della donna, ha condannato il Comune di Civitanova al pagamento di 34.935 euro tra danno biologico, periodi temporanei di invalidità e spese mediche sostenute a cui vanno aggiunti gli interessi, la rivalutazione e le spese di giudizio.

La ricostruzione

La caduta risale al 28 marzo del 2018 quando la donna aveva raggiunto via Montenero e dopo essere scesa dall’auto, passando tra due auto in sosta era salita sul marciapiede ma aveva appoggiato il piede in una buca del cordolo che le aveva fatto perdere l’equilibrio sbilanciandola e facendola cadere a terra.

Il dolore era stato così forte che la donna fu portata al pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova dove le fu refertato un “politrauma con frattura dell’omero sinistro e una sindrome post cranio trauma”. Due giorni dopo la 70enne fu sottoposta a un intervento chirurgico per la riduzione della frattura e ne seguì un lungo periodo di riabilitazione e trattamenti per recuperare la mobilità del braccio.

Decisa a ottenere un ristoro per il danno patito, la donna si rivolse a un legale, l’avvocato Maurizio Vallasciani e tramite il professionista intentò una causa civile contro il Comune indicando una testimone che aveva assistito alla scena e allegando le foto della fessura sul marciapiede. La controversia finì all’attenzione del giudice Rana, per il legale della donna la caduta era riconducibile pienamente al cordolo dissestato del marciapiede, per l’Ente invece la responsabilità era unicamente della donna e della sua disattenzione.

Per il giudice però la donna non è stata incauta e poi l’ora crepuscolare, le auto parcheggiate, lo stretto passaggio tra le auto e le dimensioni non rilevanti della buca, sufficienti però a far perdere l’equilibrio, avrebbero reso la buca un’insidia di non facile e immediata percezione. Per il giudice “un’ordinaria attività di manutenzione del suolo pubblico avrebbe impedito il formarsi della pericolosa e insidiosa fessura o buco”, rilevando così la responsabilità del Comune, che ha il dovere di controllo e di custodia.

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