CAMERINO - Un appello al presidente russo Vladimir Putin affinché cessi la guerra in Ucraina viene dal monastero delle clarisse di Camerino, dove vive suor Chiara Viktoriya Rak, 36 anni originaria di Leopoli in Ucraina, attivissima sul fronte della raccolta di aiuti al suo popolo.
«A Putin dico di ascoltare la voce della propria coscienza - racconta la suora - il soffio del Signore che ogni uomo ha nel cuore. Anche se il male nell’uomo è inevitabile, si può sempre cambiare e fare il bene. Il rispetto della vita umana vale più del potere».
Così la religiosa immagina un ipotetico incontro con Putin, per lanciargli un appello a smettere con la guerra.
«È improbabile che incontrerò Putin - racconta - ma se questo potesse avvenire non avrei paura di parlargli di rispetto per la vita, di costruire la pace tramite il dialogo. Non si può rispondere al male con un male più grande, dentro ogni uomo c’è un principio di bene magari nascosto in fondo all’anima. Ognuno di noi si può convertire alla pace, cambiare prospettiva, fare una scelta diversa finché è vivo. Nel suo piccolo ognuno di noi può lavorare per la pace e rifiutare la guerra. Nel profondo c’è sempre la voce della coscienza, che si potrebbe attivare in Putin ed aprire gli occhi sulla realtà crudele della guerra. Ognuno può darsi da fare per la pace».
La situazione in Ucraina sta diventando sempre più difficile, la suora riferisce che c’è grande preoccupazione per affrontare l’inverno specie nelle zone dove mancano acqua e corrente. A Camerino continua la raccolta di beni di prima necessità, adesso in prevalenza coperte e capi invernali che si raccolgono presso il monastero di Camerino e che saranno inviati alle persone che ne hanno bisogno in Ucraina.