Adriano, 31 anni, altra vittima del terremoto
«Lasciati soli, senza lavoro e con il mutuo»

Adriano Pieretti con la fidanzata Ilaria Lazzarelli
Adriano Pieretti con la fidanzata Ilaria Lazzarelli
di Monia Orazi e Giacomo Quattrini
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Venerdì 14 Ottobre 2016, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 09:37
CAMERINO - I sogni di una vita spezzati all’alba di una fredda mattina d’autunno. Se ne è andato così, appeso alla porta della camera, con il respiro strozzato dalla federa del cuscino del suo letto Adriano Pieretti, a poco meno di un mese dal compiere 31 anni, con il macigno sul cuore, per le difficoltà che il dopo terremoto aveva causato alla sua attività, l’edicola Il Calamaio, aperta da pochi mesi, che si trova proprio di fronte alla scuola Betti, resa inagibile dal terremoto del 24 agosto. A trovarlo intorno alle 7 e mezzo del mattino è stata la fidanzata, la camerte Ilaria Lazzarelli, di 34 anni, con la quale da qualche tempo conviveva nell’appartamento in via Madonna dei Giustiziati.

Il ritrovamento
La giovane lo ha chiamato al cellulare, ma senza avere risposta. Si è precipitata nell’appartamento, dopo aver dormito a casa dei genitori, trovandolo ormai senza vita. Sul posto gli operatori del 118 non hanno potuto fare altro che constatarne la morte. Nella stanza è stato trovato un biglietto, in cui il ragazzo ha spiegato con poche parole i motivi del suo gesto. «La vita non è andata a mio favore, vedo tutto nero», avrebbe scritto chiedendo scusa per il suo gesto, soprattutto alla famiglia della fidanzata. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della compagnia di Camerino, per i rilievi di legge. La salma è stata portata all’obitorio dell’ospedale di Camerino, dove si è svolta in mattinata l’ispezione cadaverica.

L’avventura del Calamaio
Adriano Pieretti dal 6 febbraio aveva rilevato l’edicola cartolibreria Il Calamaio in via Pieragostini, con grande entusiasmo per questo nuovo inizio professionale, dopo aver già vissuto negli anni scorsi, l’esperienza di aver perso il lavoro. Aveva lottato duramente per avere la possibilità di vendere riviste e quotidiani, dopo una serie di vicissitudini a maggio era riuscito nell’intento. In estate si era concesso una breve vacanza con la fidanzata, in moto una delle sue passioni, nel sud Italia. Tutto sembrava scorrere tranquillo fino al 24 agosto. Le scosse di terremoto, oltre ad aver causato inevitabile paura, hanno probabilmente fatto incrinare qualcosa nel suo animo. Lo studio di estetista della fidanzata era rimasto lesionato, ed è stato dichiarato inagibile. Forse alle ombre di un’indole riservata e sensibile, così è stato descritto da chi lo conosceva, si sono aggiunte quelle della preoccupazione per il futuro. Il terremoto ha scombinato le carte in tavola, per i sogni dei due giovani. Lei è rimasta senza attività, le elementari e medie di fronte all’edicola sono state dichiarate inagibili, con quasi cinquecento piccoli alunni trasferiti altrove, l’ufficio postale ha chiuso. Tutte attività che avrebbero contribuito a far lavorare l’edicola del giovane. Con queste parole Adriano si era espresso su Facebook: «Che dire...ho la ragazza che dal 24 agosto non lavora, per il negozio distrutto, con un mutuo dietro, e sti pagliacci ci hanno messo fuori....è proprio un’Italia di merda».

L’ultimo giorno al lavoro
Mercoledì era al lavoro come sempre, con lui in negozio anche la fidanzata. Domenica scorsa erano entrambi andati allo stadio a vedere la partita, il ragazzo era un appassionato tifoso dell’Inter. A poche ore dalla morte è proprio Ilaria a scrivere su Facebook: «Non ho parole per descrivere quello che provo ora che se n’è andata la persona più importante della mia vita. Ovunque andrai, rimarrai sempre con me! Ti amo amore mio». A Camerino sono tutti increduli per il suo gesto. I vicini di via Madonna dei Giustiziati lo hanno descritto come una persona tranquilla e cordiale. Così lo ricordano i titolari della vicina pizzeria Pasquale: «È stato qui anche il giorno prima a prendere il caffé, veniva ogni mattina a portarci i giornali. Era un ragazzo un po’ riservato, ma si fermava spesso a parlare. Gli abbiamo affittato il locale per l’edicola, ha aperto con grandissimo entusiasmo, puntava soprattutto sui ragazzini della scuola, qui ora si lavora meno. Abbiamo intuito che era molto preoccupato per il terremoto, anche se non lo ha mai detto chiaramente».


«Ci è sembrato tranquillo - continuano nel racconto - come sempre, non pensavamo mai ad un gesto simile. I genitori lo hanno aiutato tanto». Così lo ricorda un cliente che nell’ultimo pomeriggio di lavoro è entrato in negozio: «Sono andato a fare delle fotocopie, era gentilissimo come sempre. Quando l’ho saputo, mi è cascato il mondo addosso». E’ scoppiato in lacrime, ieri mattina Luigi Vannucci, il presidente della fondazione Casa Amica della casa di riposo di Camerino. Come ogni mattina si era recato a prendere il giornale, ma ha trovato chiuso. Quando gli hanno detto che il ragazzo si era uscito, è scoppiato in un pianto dirotto.


Il fratello senza parole
  Il fratello di Adriano Pieretti, Andrea, parla con la voce smorzata di chi non si spiega il perché, di chi non vuole crederci. «Non dormiva più, era preoccupato per la sua attività, ma non aveva mai manifestato uno stato d’animo tale da portarlo a un gesto del genere». Cammina nel porticato aperto della camera mortuaria, sua madre non sa darsi pace. «Il terremoto lo ha scosso tanto ma nessuno poteva pensare ad una fine del genere, perché non aveva mai mostrato problemi di depressione. A volte era insoddisfatto, ma quello lo sono ormai tutti, siamo sempre alla ricerca non si sa di cosa». Il fratello racconta Adriano come «un ragazzo che si è sempre dato da fare». Ha lasciato anzitempo gli studi all’Ipsia di Osimo per andare subito a lavorare. Prima come autotrasportatore a Osimo, poi commerciante a Camerino. Cresciuto nell’oratorio di San Sabino, era tifoso dell’Inter. «La scorsa settimana gli avevo comprato i biglietti per Roma-Inter –rivela Andrea-, gli avevo proposto di andarci ma a Milano, invece aveva preferito andare a Roma, era più vicino». Camera ardente da oggi nella sala del commiato di San Biagio. Funerali domattina alle 10: si sta pensando a San Marco o San Biagio.
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