Viaggio nella storia del parco minerario: tra Marche e Romagna rivive il ricordo dei minatori

Viaggio nella storia del parco minerario: tra Marche e Romagna rivive il ricordo dei minatori
Viaggio nella storia del parco minerario: tra Marche e Romagna rivive il ricordo dei minatori
di Véronique Angeletti
3 Minuti di Lettura
Venerdì 15 Settembre 2023, 13:25

C'è un parco nell'Appennino che abbraccia le alte terre dell'anconetano fino a Cesena e che racconta una storia diversa. Una storia di pane e zolfo, di economie dimenticate, di generazioni di minatori che sfidavano il pericolo perché davano al lavoro più valore che alla loro propria vita. Uomini che, con le loro famiglie, furono spostati dalle Marche a Ferrara negli anni '50 e furono alla base dello sviluppo del comparto chimico nazionale.

La storia

Il Parco, all'inizio, nel 2001 era solo marchigiano, poi nel 2019 fu allargato alla Romagna. Oggi, tutela i siti estrattivi, di lavorazione, archivi e testimonianze storiche del bacino solfifero marchigiano-romagnolo dei Comuni di Sassoferrato (Miniere di Cabernardi, Percozzone e Vallotica), Pergola (raffineria di Bellisio Solfare) e Arcevia; Urbino (Miniere di San Lorenzo in Solfinelli); Novafeltria (Miniera di Perticara-Marazzana), Sant'Agata Feltria, Talamello; Cesena (Miniera di Formignano). La sede legale si trova a Sassoferrato, quella operativa a Pesaro e il Comitato Tecnico Scientifico a Novafeltria. Scoperto nel 1886, il sito di Cabernardi di Sassoferrato fu il centro minerario più grande. Migliaia di operai scendevano fino a 800 metri di cui 515 sotto il livello del mare. Fu chiuso definitivamente il 5 maggio 1959 e nemmeno lo sciopero nel 52 lungo 40 giorni dei "sepolti vivi" alla parola d'ordine "Coppi, maglia gialla" riuscì ad impedirlo.

La tragedia sociale

Fu una vera tragedia sociale con un risvolto importante di emigrazione.

Fu dato la possibilità di un lavoro a circa trecento operai a patto di trasferirsi a Pontelagoscuro di Ferrara nel nuovo impianto petrolchimico dove tuttora c'è il" Villaggio dei marchigiani" costruito proprio per ospitare la comunità dei minatori di Cabernardi. L'altro comparto marchigiano è quello costituito dalle Miniere di Cavallino, Schieti e San Lorenzo in Solfinelli ad Urbino. Le prime notizie sull'estrazione di zolfo nella zona risalgono al XI secolo, ma è nella seconda metà del 1800 che si raggiunge il periodo maggiormente produttivo mentre nel 1932 viene sospesa l'attività che avrà termine definitivamente nel 1941. È un esempio raro di recupero, restauro e riutilizzo di un sito minerario operato integralmente da privati (La Corte della Miniera srl) con l'obiettivo di realizzare un centro di eccellenza polifunzionale in cui svolgere attività didattiche e ricreative. Ad esempio, i forni di fusione seminterrati sono diventati laboratori d'arte, sala di proiezione, biblioteca, mentre le strutture esterne sono state adibite a punti di accoglienza e ristorazione. In collaborazione con Il Gruppo Speleologico di Urbino si sono individuate le aree di accesso al pozzo principale ed è allo studio un percorso minerario ipogeo. Per visitare il parco archeo industriale di Cabernardi e il Museo della Miniera di Zolfo - tel. 0732956257/ 3337301732. Per il complesso di Urbino e il Museum Graphia - Tel: 0722 345322 .

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