Albero dell'apocalisse, scoperto il segno della tempesta solare più grande di sempre: quando potrebbe accadere di nuovo

Uno strano picco di radiocarbonio trovato all’interno di alberi risalenti a circa 14.300 anni fa ha fatto insospettire i ricercatori

Nei tronchi degli alberi francesi le prove della tempesta solare più grande di sempre: la scoperta
Nei tronchi degli alberi francesi le prove della tempesta solare più grande di sempre: la scoperta
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Sabato 14 Ottobre 2023, 09:05

Un albero «dell'apocalisse». Per lungo tempo abbiamo creduto che la tempesta solare più spaventosa mai registrata fosse il cosiddetto «Evento di Carrington», verificatosi il 1 settembre del 1859. Secondo una nuova ricerca, però, potrebbe non essere così. Analizzando gli anelli di alcuni tronchi di alberi trovati nelle Alpi francesi, un gruppo di scienziati ha scoperto infatti un'altra esplosione solare, avvenuta 14.300 anni fa. Un'esplosione che se dovesse avvenire in questo momento potrebbe provocare danni incalcolabili.

Lo studio

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista «Philosophical Transactions of the Royal Society A: Mathematical, Physical and Engineering Sciences», all'interno degli anelli di un albero starebbero le prove della più potente tempesta solare della storia. Una tempesta almeno 10 volte più potente dell'evento Carrington del 1859, che generò il caos nel sistema telegrafico dell'epoca. Secondo la ricerca, a rivelare il pericolo sarebbe uno strano picco di radiocarbonio trovato proprio all’interno degli anelli di antichi alberi nelle Alpi francesi, risalenti a circa 14.300 anni fa, che rivelerebbe l’intera portata dell’energia solare e il potenziale pericolo che rappresenterebbe per noi se una tempesta di questa portata si verificasse oggi.

Come affermato da Tim Heaton, professore di statistica applicata all'Università di Leeds in Inghilterra e coautore dell'articolo, «Il radiocarbonio viene costantemente prodotto nell'alta atmosfera da una catena di reazioni avviate dai raggi cosmici (piogge di particelle ad alta energia provenienti dall'esterno del sistema solare). In generale, il sole e il campo magnetico terrestre ci aiutano a proteggerci dal costante bombardamento di questi raggi cosmici galattici, così che normalmente quando il sole è più attivo, viene prodotto meno radiocarbonio». Però, continua il professore, «nel 2012 Fusa Miyake ha scoperto un improvviso e inaspettato picco nei livelli di radiocarbonio in un albero giapponese del 774 d.C. Inizialmente, si pensava che questo fosse stato causato da una supernova, ma dopo ulteriori studi è stato invece identificato come dovuto a un'enorme tempesta solare sul sole».

Tempeste di questo tipo espellerebbero enormi volumi di particelle altamente energetiche dal sole. Particelle, queste, entrate nella nostra atmosfera portando a un improvviso picco nella produzione di radiocarbonio. Per questo motivo secondo Tim Heaton «la nostra tempesta è un altro evento di Miyake, ma il più grande che sia mai avvenuto».

Grazie al lavoro degli scienziati, si è scoperto che il picco di radiocarbonio negli anelli degli alberi era relazionato al berillio-10 trovato in Groenlandia: «Il berillio-10 è un altro isotopo chimico prodotto in modo molto simile al radiocarbonio (nell'alta atmosfera dalle stesse particelle energetiche). Il fatto che l'evento di 14.300 anni sia stato supportato sia dal radiocarbonio che dal berillio-10 indica che il massiccio picco di produzione che abbiamo riscontrato era genuino. Supportava anche l'origine solare dell'evento, cioè una massiccio tempesta solare considerevolmente più grande di qualsiasi altra precedentemente identificata».

Tempeste solari, da cosa sono causate?

Tempeste solari come questa e come l'evento Carrington sono causate da brillamenti solari, ovvero espulsioni di potenti raggi X dal sole. Secondo Daniel Brown, professore associato di astronomia e comunicazione scientifica presso la Nottingham Trent University in Inghilterra, «un brillamento è un rilascio sostanziale di energia dal sole e in particolare da una regione attiva o da una macchia solare». Causati dalle linee del campo magnetico che si spezzano e si riorganizzano dopo aver immagazzinato energia, attraverso questi brillamenti vengono rilasciate radiazioni elettromagnetiche e materiali. Per questo motivo l'evento Carrington, ritenuto la tempesta solare più potente della storia moderna, causò impatti diffusi sulle infrastrutture nel 1859 e portò a un'aurora incredibilmente luminosa nel cielo notturno.

 

Eventi simili

Un evento simile a quello del 1859 potrebbe causare danni per trilioni di dollari. Come anticipato, la tempesta solare misurata negli anelli degli alberi sembrerebbe essere almeno 10 volte più forte dell'evento Carrington. Negli ultimi 15.000 anni, altri nove di questi eventi si sarebbero verificati sul Pianeta Terra, gli ultimi dei quali nel 774 d.C. e nel 993 d.C.. Questa nuova scoperta, però, potrebbe essere la più potente mai trovata. «L'evento Carrington non è identificabile osservando il radiocarbonio negli alberi: non ha lasciato tracce/picchi significativi nelle registrazioni del radiocarbonio.

Si ritiene che gli eventi/tempeste di Miyake siano un ordine di grandezza più grande dell'evento di Carrington. La nostra tempesta di 14.300 anni fa è la più grande di tutti gli eventi di Miyake scoperti finora, quindi, a occhio e croce, almeno 10 volte più grande dell'evento di Carrington», ha detto Heaton.

Le conseguenze oggi

Se una tempesta solare simile si dovesse verificare oggi, le conseguenze per le società sarebbero catastrofiche, oltre che molto dispendiose: «Nello scenario peggiore è stato stimato che l'impatto di una tempesta solare così estrema potrebbe costarci miliardi, o addirittura trilioni, di dollari in perdita di PIL».

Nonostante ciò, la certezza non c'è. La società moderna non ha mai sperimentato direttamente tali tempeste, motivo per cui non possiamo sapere quanto sia resiliente la nostra attuale tecnologia. Potenzialmente, però, «una tempesta così estrema potrebbe causare danni fenomenali alle nostre reti elettriche creando disturbi geomagnetici (potenzialmente distruggendo trasformatori e causando blackout a livello nazionale che dureranno mesi). Inoltre, l’enorme esplosione di particelle energetiche colpirebbe rapidamente i nostri satelliti in orbita, distruggendo potenzialmente i loro pannelli solari e mettendoli permanentemente fuori uso. Genererebbero anche molte radiazioni per gli astronauti, il che rappresenterebbe un grosso rischio per la loro salute», ha detto Heaton.

Per questo motivo sono necessarie ricerche in questo ambito, sia per capire meglio il comportamento del Sole che per migliorare la nostra comprensione dei rischi.

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