Quel bisogno di sorridere

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Lunedì 27 Febbraio 2017, 05:00
LA KERMESSE
ASCOLI Dopo la conclusione della domenica in maschera, Guido Castelli e Sant'Emidio sono stati i personaggi più presi di mira di questa edizione del carnevale ascolano. Tra i temi maggiormente trattati spiccano peculiarità tutte cittadine, quali i varchi elettronici, lo stadio del Duca, il ponte di San Filippo, le chiese chiuse. In generale, è stato ottimo il risultato della giornata trascorsa in centro nella giornata di ieri: per le felici condizioni meteo, per l'affluenza di pubblico registrata, per la partecipazione dei giovani e, più in generale, per via delle adesioni record alla gara, il cui numero complessivo ha superato di gran lunga quello degli iscritti del 2016.
La prima data
La prima delle due date clou della kermesse cittadina ha straordinariamente ribadito, se mai ce ne fosse stato bisogno, l'infinita creatività di cui sono dotate le tantissime macchiette locali, quest'anno più che mai presenti alla festa ascolana, soprattutto non iscritte, per ribadire la necessità di esserci e di tirar fuori ataviche vivacità e goliardie quando la città sembra andare a picco. Sin dalla mattinata i riflettori sono stati puntati sugli storici mattatori del Carnevale ascolano, artefici di scenette, gags e sketch trascinanti, spesso incentrate su argomenti, problemi, fatti e personaggi legati alla realtà locale. Ecco dunque la scatenata Flavia Cenciarini nel ruolo della consigliera comunale-fotografa Sega Pieretti; uno spassoso Vincenzo Mari intento ad interpretare Maometto inseguito dalla montagna; l'originale scenetta dello spuntatore di corna ambulante presieduta da Zè Vagni; uno sfrenato Marco Regnicoli in cerca della tribuna coperta allo stadio Del Duca; i sorprendenti busti della Pinacoteca illustrati da Nazario Malloni; il ritrovato Umberto Parissi protagonista in accappatoio dell'originale performance In Cannes; un esilarante Mimmo Brunozzi nei panni del Santo Patrono arrabbiato col presule a causa del Duomo sbarrato. Ieri mattina, durante una delle sue peregrinazioni in maschera, Brunozzi si è imbattuto davvero con il vescovo Giovanni D'Ercole, dando vita ad una situazione autentica ancora più comica di quelle generate precedentemente dalla fantasia del protagonista. Anche Castelli ha interpretato se stesso.
I temi
La maggior parte delle rappresentazioni ha voluto attingere dallo sfortunato ultimo periodo che ha coinvolto il capoluogo piceno. In tal senso, molto riuscita è apparsa la mascherata Lu peggie ve' sempre arrete pensata da Marco Armillei con i due anni raffigurati in sequenza, 2016 e 2017.