Lorenzo Sconocchini
l.sconocchini@corriereadriatico.it
Con quel berretto celeste,

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Martedì 25 Aprile 2017, 05:00
Lorenzo Sconocchini
l.sconocchini@corriereadriatico.it
Con quel berretto celeste, a maggio, avrebbero atteso il papà su qualche tornante del Giro d'Italia, per gridare insieme «Forza capitano». Vestiti come lui, da baby ciclisti. Invece la visiera del cappellino dell'Astana ieri è servita a Giacomo e Tommaso, cinque anni ad agosto, soprattutto per proteggersi dalle telecamere, nel cammino più doloroso che possa aspettare un bambino, quello verso la bara del papà in una camera ardente. Arrivano con la mamma Anna e dalla folla silenziosa davanti al Palasport si sentono solo singhiozzi di pianto. «Non posso guardarli, non ce la faccio», si volta una giovane mamma piangendo, mentre Anna si fa forza, in quell'incedere dignitoso. Dietro, nel gruppetto di dirigenti e ciclisti, qualcuno si prende un impegno. «Non dobbiamo lasciarli soli, come fossero figli nostri». Quello che hanno pensato tutti, in un quel bagno di dolore. «In fondo era uscito di casa per lavorare, poteva capitare a chiunque», ragiona un padre di famiglia. Giacomo e Tommaso, figli di tutti noi, per ripagare Michele della sua generosità, del suo altruismo.