La skipper di Pesaro uccisa a colpi di machete

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Sabato 21 Maggio 2016, 05:00
Ancona
Al passato non si sfugge. Pippo De Cristofaro lo ha imparato sulla sua pelle. Nonostante abbia cambiato taglio di capelli, si sia fatto crescere baffi e pizzetto, il suo destino è scontare l'ergastolo per la morte assurda e cruenta di Annarita Curina. Maglietta a fiori e pantaloncini corti come fosse un turista qualsiasi non hanno ingannato gli investigatori, che sono pure riusciti a notare un particolare: le scarpe da ginnastica erano le stesse di quando era fuggito dal carcere di Porto Azzurro. Aveva pure 5.900 euro in tasca. Tanti, troppi per un latitante senza arte né parte, a tal punto che adesso occorrerà capire che provenienza abbia tutto quel denaro. Intanto l'importante è che sia stato preso. Punto e a capo. Con una sottolineatura del procuratore generale di Ancona, Vincenzo Macrì: «Con precedenti di questo genere il giudice di sorveglianza dovrebbe evitare di concedere permessi premio. Si era trattato di un'evasione fotocopia della prima: spero non sbaglino ancora». Già. De Cristofaro era scappato dal carcere di Opera, Milano, nel 2007, sempre durante un permesso premio. Lo avevano riacciuffato un mese dopo a Utrecht in Olanda.
La sua prima fuga, quella più rocambolesca, compiuta con la freddezza di un uomo pronto a tutto per realizzare i propri sogni, l'aveva messa in atto assieme a Diane Beyer dal 10 giugno del 1988. Era un venerdì quando il catamarano Arx di Annarita Curina partì dal porto di Pesaro con a bordo la giovane skipper, De Cristofaro e la sua amante di soli 17 anni. Destinazione Ibiza. Invece, poche ore dopo la skipper venne uccisa a colpi di machete e il suo corpo, zavorrato da un'ancora, abbandonato in mare. Venne ripescato 18 giorni dopo al largo di Senigallia. Pippo e Diane volevano fuggire in Polinesia e avevano bisogno di un'imbarcazione. La fuga dei due amanti diabolici si trasformò in un evento mediatico mentre l'Arx veniva inseguito dalla polizia in tutto il Mediterraneo e immortalato da foto che ritraevano la coppia a bordo, insieme ad un amico olandese (risultato poi estraneo) con tanto di cane. Il sogno si arenò il 21 luglio successivo in un porticciolo della Tunisia, a Ghar El Meh, dove i tre vennero arrestati. Diane Beyer è stata condannata a 6 anni e 6 mesi di reclusione, De Cristofaro all'ergastolo.
Manette ai polsi, lo sguardo perso nel vuoto e un atteggiamento sprezzante: lo ricorda bene l'allora capo della squadra mobile di Ancona, Italo D'Angelo che ha scortato gli amanti in Italia. «Mi colpì molto quella sua aria di sfida - ha sottolineato l'ex questore - tanto che quando mi trovai faccia a faccia con lui non potei fare a meno di dirgli che ad attenderlo c'era il carcere a vita. Mi guardò e non rispose». Ricorda bene quella coppia di giovani ormai perduti: «Erano seduti distanti e non si sono scambiati nemmeno una parola. Sono stati in silenzio per tutto il viaggio. Poi, una volta atterrati, sono stati trasferiti nei rispettivi penitenziari e si sono rivisti al processo».
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