«Sono una mamma orgogliosa di tre bravissimi adolescenti che amano il loro paese e lo vivono con i propri amici. Ragazzi semplici, educati, moderni e allegri che si divertono in gruppo con i loro amici, che amano aspettare il nuovo sole tutti insieme, in uno qualunque degli chalet sangiorgesi o che dopo aver mangiato una pizza e gelato se ne vanno a ballare rispettano la fila senza prepotenze - scrive la donna -. Sono una mamma che mai immaginerebbe, in questo idillio estivo, di ricevere “quella telefonata”, in piena notte! La telefonata a cui nessun genitore verrebbe mai in mente neanche di pensare. Tre minuti… Tre minuti a me sono serviti per sfrecciare con la mia auto su quel chiassoso lungomare addobbato di rosa. Tre minuti… prima di rivedere il mio bellissimo ragazzo, bravo, studioso e sportivo, riverso lì pallido, imbrattato dal suo stesso sangue, colpito al fianco da qualcuno che nella vita ha come unico obiettivo quello di distruggere. Tre minuti di angoscia, paura, terrore! Il mio ragazzo, con accanto la sua ragazza ed i suoi amici, disteso sul suolo del suo amato paese. Accoltellato, chissà perché, da qualcuno che quando la sera esce di casa pensa di portare con sé anche un coltello anziché, come tutti i normali ragazzi, solo chiavi di casa e cellulare».
Le riflessioni
Riflessioni, aggiunge la donna, «condivise dai molti, anzi, tutti quelli che ci sono stati vicini durante questo incubo (genitori nonni, fratelli e amici), mi portano a pretendere spiegazioni, protezione, controllo, sicurezza per i nostri ragazzi.
L'avviso
La donna mette in guardia. «Davvero dovremo assistere alla trasformazione di Porto San Giorgio in una località nella quale i miei figli, i loro amici e tutti gli altri adolescenti dovranno uscire di casa dimenticandosi il diritto di divertirsi in maniera allegra e gioiosa? La notte di Ferragosto si sta avvicinando e con essa anche il terribile pensiero di cosa potrà accadere». Di qui l’appello alle forze dell’ordine a impedire a chi esce di casa con armi in tasca e malsani pensieri nella testa, «di infrangere il sogno di tanti altri ragazzi che a tutto hanno pensano tranne che a provocare violenza gratuita». La conclusione: «Nessun altro ragazzo dovrà più subire ciò che è toccato a mio figlio e nessun altro genitore dovrà vivere una notte da incubo come quella toccata a noi. Mio figlio è stato in questa settimana il figlio di tutti coloro che, vedendolo uscire, mai penserebbero che la spensieratezza della sua età possa trasformarsi in tragedia».