Fermo, violenza su una prostituta
Ribaltata in appello la maxi condanna

Un'aula di tribunale
Un'aula di tribunale
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Mercoledì 10 Febbraio 2016, 12:12
FERMO - Condannato a 5 anni e sei mesi in primo grado dal tribunale di Fermo per violenza carnale, violenza privata e lesioni, dopo tre anni il collegio della Corte di Appello di Ancona lo assolve per i reati di violenza a lui ascritti e gli riduce la pena a soli sei mesi di reclusione. Una sentenza choc che ribalta completamente il primo verdetto. E' quanto è successo ad M.M. di Porto San Elpidio.

"Siamo pienamente soddisfatti dell'esito del processo - commenta l'avvocato della difesa Igor Giostra- si è ristabilita finalmente la verità, la Corte d'Appello ha ritenuto inattendibile la ricostruzione della prostituta nigeriana, per l'imputato finisce un incubo durato sette anni". 
I fatti risalgono al dicembre del 2008, secondo quanto riportato nel capo d'imputazione M.M avrebbe costretto con minacce e violenza la lucciola a compiere atti sessuali senza il suo consenso, l'avrebbe afferrata per i capelli, scaraventata contro il muro e colpendola con calci e pugni obbligata ad avere un rapporto sessuale completo, non contento di ciò al termine l'avrebbe anche costretta a subire un rapporto orale ed anale. Di ben altra natura è il racconto dell'imputato che riferisce di aver incontrato la donna per strada di aver pattuito in precedenza una prestazione sessuale e di averla condotta, consenziente a casa sua. 
Purtroppo durante l'incontro amoroso le cose non vanno come sarebbe dovuto, l'uomo non riesce a consumare il rapporto e richiede alla donna i soldi pattuiti , dato che "la transazione" non c'è stata. 
La lucciola, a questo punto, gli avrebbe negato la restituzione della somma, e tra i due si sarebbe generato un diverbio dai toni molto accesi, l'uomo racconta di essere stato graffiato in faccia dalla prostituta e di aver reagito con uno schiaffo. Due versioni dei fatti che a quanto risulta hanno avuto due esiti completamente differenti . 
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