Fermo, il geologo Raccichini
«Non ha una sismicità propria»

Sergio Raccichini
Sergio Raccichini
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Lunedì 29 Agosto 2016, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 17:56
 FERMO - Dal 2003 tutta l’Italia è classificata come sismica. Non c’è regione o paese che sfugge al pericolo dei terremoti. Tuttavia il livello di pericolosità non è lo stesso. Fermo, ad esempio, non ha una sismicità propria ma risente di quella delle aree circostanti. Per capire di più abbiamo chiesto a Sergio Raccichini, che molti a Fermo conoscono per il suo impegno nel sociale e nello sport (con la Don Celso Pallavolo), ma che nella vita professionale è un geologo specialista nel settore ambiente e territorio con esperienza di rilievi sulle zone terremotate. Raccichini ha avviato progetti di ricerca, di informazione ed educazione sulla difesa dei terremoti per le diverse regioni italiane arrivando persino in Nicaragua e Argentina. Fa parte del gruppo nazionale per la difesa dei terremoti che era un organo del Cnr, oggi dell’Ingv (istituto nazionala geofisica e vulcanologia). Insomma, un esperto. Al quale porre una serie di questioni. 

Raccichini, partiamo da Arquata e Amatrice. Come è stato possibile un terremoto così forte?
«Tutta l’Italia, dal 2003, è classificata come sismica. Anche le Marche, che aveva otto Comuni fino ad allora non sismici, ora è tutta classificata così. Se una zona è sismica vuol dire che ci si attendono i terremoti. La classificazione prevede livelli di severità diversi per il territorio nazionale. Le zone terremotate lo scorso 24 agosto sono zone ad alto rischio sismico e lì ci si attendono terremoti di quel tipo e di quell’intensità».

Come ci si difende dal terremoto? 
«L’importante è capire che difendersi dai terremoti si può. E’ necessario tenere conto delle caratteristiche del territorio. Laddove sono attesi terremoti forti le case nuove debbono essere adatte per resistere, la normativa lo richiede. Per le case esistenti le leggi sono meno stringenti e distinguono tra miglioramento e adeguamento sismico. Il primo vuol dure che se devi fare la manutenzione ad un fabbricato puoi aggiungere delle piccole migliorie per ciò che concerne l’antisismicità. Se invece devi fare manutenzioni importanti devi fare l’adeguamento ovvero dare all’immobile l’antisismicità che non aveva all’origine». 

I costi sono elevati...
«In un’abitazione nuova la differenza tra sismica e antisismica è del 10-15 per cento in più di costi. Intervenire invece su una casa vecchia è più costoso, nell’ordine del 20-25%in più. Noi adesso in Italia stiamo molto avanti nella tecnologia del recupero antisismico ma sono lavori che richiedono degli investimenti elevati. Per incentivarli ci sarebbe bisogno della politica, che vuol dire sgravi fiscali, compartecipazione alle spese, incentivi».
Il fabbricato, se è antisismico. non riporta alcun danno dopo un terremoto?
«Il fabbricato antisismico tutela la vita delle persone, riporta eventualmente danni solo alle parti non strutturali. La struttura portante, se l’immobile è antisismico, non deve collassare».

A Fermo come siamo messi in fatto di rischio sismico?
«Fermo non ha una sismicità propria ma risente dei terremoti che prendono origine nell’Appennino e nel mare Adriatico. Nella nostra città non si generano terremoti, basta guardare agli ultimi mille anni di storia. Le informazioni che abbiamo ci dicono infatti che non è sismogenetica come altre zone d’Italia ma non vuol dire che non ci possono essere danni perché risentiamo della sismicità delle aree circostanti». 

Qual è il terremoto atteso a Fermo?
«Quello del settimo-ottavo grado della scala Mercalli, magnitudo 4. In base alle osservazioni sismiche dal 1540 ad oggi a Fermo il terremoto più forte è stato finora quello del settimo della scala Mercalli che si è registrato nel 1943 in occasione del sisma di Offida. Poi quello del 6,5 di mercoledì scorso. Nell’aprile 2009, in occasione del sisma dell’Aquila a Fermo ci fu una intensità del sesto grado, sempre Mercalli. La stessa che si ebbe nel 1951 in occasione del terremoto di Sarnano, nel 1930 in occasione del terremoto di Senigallia, nel 1741 per quello del Fabrianese e nel 1873 in occasione del terremoto di San Ginesio».

A Fermo si sono avuti danni da questi terremoti?
«Sì, ad esempio la torre del duomo venne danneggiata nel 1915 ed è crollata nel 1943 poi non è stata più ricostruita. Lesioni a San Francesco si ebbero nel 1943 e altro ancora».

C’è da aver paura per il futuro?
«Se il livello di sismicità resta questo e la storia futura ripete quella passata, solo alcune zone rischiano di più. La storia ci dice che la zona di Fermo non è sismicamente attiva ma ci possono essere dei fatti nuovi. Nella geologia vige il principio dell’attualismo: quello che è successo può risuccedere in futuro e questo vale sia per i terremoti che le alluvioni».

Quali sono gli edifici più vulnerabili?
«Quelli costruiti senza norme antisismiche, prima del 1983, in particolare quelli realizzati nel periodo del boom edilizio, anni Sessanta, Settanta». 

Che fare per sapere se una casa può reggere o meno?
«Si può chiamare un tecnico, un ingegnere strutturista, e si fa valutare la vulnerabilità del fabbricato. Questa valutazione, secondo me, dovrebbe essere obbligatoria per gli edifici strategici: scuole, caserme, carceri, chiese ecc». 
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