FERMO - A fine maggio era stato stangato con cinque giornate di squalifica dalla giustizia sportiva. E adesso, dopo i dovuti accertamenti, il questore di Fermo ha inasprito la pena con un Daspo di un anno. Colpito un calciatore dilettante, militante in Seconda Categoria, capitano del Monte San Pietrangeli: si tratta di Alessandro Smerilli, 43 anni, molto conosciuto per essere stato in passato un atleta professionista con le maglie della Fermana e della Cisco Roma. Nonostante l’esperienza, Smerilli è stato “tradito” dalla foga di una partita delicata, proferendo durante un’azione di gioco un insulto di stampo razzista ad un avversario di colore militante nel Petritoli.
Il provvedimento
La gara in questione, giocata sul neutro di Porto San Giorgio, valeva per i playoff di Seconda Categoria.
Gli spalti
Insomma, “Smero”, così come è chiamato, non potrà assistere da spettatore ad alcun tipo di evento che si tratti di Serie A o un livello più basso. Potrà comunque scendere in campo per giocare? C’è anche questa possibilità. Insomma, spettatore no, calciatore sì. Ci si aspetta che gli organi predisposti facciano chiarezza. La dinamica è stata analizzata anche dal questore. La frase razzista era stata sentita dal guardialinee che aveva richiamato l’attenzione dell’arbitro il quale immediatamente aveva provveduto ad espellere il calciatore autore dell’infelice epiteto. Come detto, il giudice sportivo, dopo aver letto il referto arbitrale, comminava una squalifica di ben cinque giornate da scontare nel prossimo campionato. Smerilli, che indossava la fascia da capitano, nei giorni successivi ha offerto un risarcimento alla vittima capendo l’errore, atto che ha consentito di ricondurre il Daspo nella misura minima. Insomma, per casi simili il Daspo può essere pure più lungo. «Tuttavia – si continua a leggere nella nota della questura – una frase razzista costituisce in astratto un fatto che in qualche modo incita, inneggia o altrimenti induce alla violenza, oltretutto se commesso da un calciatore esperto, capitano della squadra, dal quale ci si aspetterebbe un comportamento diverso proprio per il ruolo rivestito».
La morale
La questura rimarca anche la delicatezza del tema che necessita della massima attenzione. «La polizia da anni è particolarmente sensibile alla tematica e alla lotta contro ogni forma di razzismo in ambito sportivo. E’ importante riconoscere che gli atti razzistici sono anche commessi da sportivi, allenatori e altro personale sportivo, come pure da tifosi ordinari. A fronte del comportamento tenuto dal calciatore censurabile sotto ogni punto di vista, occorre considerare che il suo ravvedimento costituisce un indubbio segnale positivo. Pertanto, nel caso di specie, lo sport può ancora offrire ampi margini di riscatto per l’autore delle condotte censurate e, di conseguenza, è apparso congruo contenere il provvedimento di inibizione nella misura minima».