Il vero cancro è la corruzione
Il monito del procuratore Seccia

Il vero cancro è la corruzione Il monito del procuratore Seccia
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Venerdì 20 Marzo 2015, 20:39 - Ultimo aggiornamento: 22:17

FERMO - Il cancro della corruzione, il bisogno di valori, le lentezze della politica, le leggi sbagliate.

Un tema caldo, quello sul tavolo al convegno organizzato dalla Cgil e imperniato sulla legalità. Tanti i relatori, su tutti il procuratore della Repubblica Domenico Seccia, il primo a intervenire dopo le introduzioni ed i saluti. E il capo della Procura fermana non si è risparmiato, con un intervento a tutto campo.

"Di legalità si parla tanto, ma si dovrebbe fare di più - le sue prime parole -.

La corruzione è il vero e proprio tradimento di questo Paese, è la decomposizione della legalità. Il problema è prima di tutto culturale e si traduce nella sfiducia nei confronti dello Stato e delle sue istituzioni".

Un inizio pacato, sui temi generali, poi un crescendo sempre più incalzante. "Quando la legge non riesce a interpretare la coscienza della gente, non è una buona norma - rimarca il procuratore -. Il falso in bilancio era uno dei principali strumenti per combattere l'illegalità. Senza questo reato non avremmo avuto Tangentopoli, depenalizzarlo è stato un gravissimo errore. Negli Stati Uniti, dopo lo scandalo Enron, si deve giurare in tribunale sui bilanci aziendali, e se si afferma il falso si rischiano 25 anni per spergiuro".

Sferza la politica, Seccia: "Com'è possibile che serva tutto questo tempo per un disegno di legge sulla corruzione? Se ne parla da due anni e non si arriva alla fine. C'è poi il fenomeno della corruzione della legge: prendiamo il disastro ambientale. La legge su questa materia è condizionata all'abusività dell'esercizio imprenditoriale. Significa che se un'azienda esercita regolarmente, ma fa morire la gente di cancro, non è perseguibile. Chi l'ha fatta questa legge? O c'è un'ignoranza spaventosa, oppure non si dovevano toccare i potentati economici".

Ce n'è anche per il Jobs act, "una legge sbagliata, stiamo cedendo pezzi di dignità alla sovranità imprenditoriale. Vediamo che sempre più spesso il diritto è schiacciato sul potere, il dovere schiacciato sulle forze". E allora si finisce con un appello ai cittadini a resistere ed a riscoprire i valori. Ce n'è anche per Fermo. "Questa città sta morendo, mi aspetterei un po' di liberalità in più da parte di chi gestisce i cordoni della finanza". Si chiude con un monito: "Troppe persone si sentono investite da una patente di moralità che non gli spetta. Non lasciatevi imbonire da chi sulla base di questa presunta moralità vi manipola e pensa di poter gestire la cosa pubblica".

Non si è parlato, ed era prevedibile, dei casi di attualità all'attenzione della magistratura fermana. Solo un accenno, in apertura, dal segretario provinciale della Cgil Maurizio Di Cosmo. "Non siamo una provincia con grandi problemi, ma facciamo attenzione. Le vicende degli ultimi tempi rendono particolarmente attuale parlare di legalità. C'è bisogno di un nuovo ruolo della pubblica amministrazione, di più risorse per la pubblica sicurezza e di una battaglia vera contro il lavoro nero e sommerso".

"Quella della corruzione è una vera emergenza democratica - le parole del presidente della Provincia Fabrizio Cesetti - La politica deve fare un passo indietro prima ancora che arrivi la magistratura. Non basta essere onesti, bisogna anche apparire tali in ogni comportamento. Il Fermano è comunque un territorio sano, che va preservato da infiltrazioni criminali e con una classe dirigente all'altezza del suo compito".

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