FERMO - Il nome che non t’aspetti è uscito fuori un paio di giorni fa. Quello di Mauro Ferranti, candidato unico alle elezioni provinciali del 18 dicembre. Il sindaco civico di Montappone ha messo d’accordo tutti: una convergenza trasversale che va dal Pd a Fratelli d’Italia, passando per Lega, Forza Italia e Udc.
A sponsorizzarlo, il collega di Servigliano, Marco Rotoni, che ha fatto un passo indietro, assieme al sindaco di Monte Vidon Combatte, Gaetano Massucci, dato dal Pd per candidato del centrosinistra. È ancora un po’ frastornato, Ferranti. Raggiunto al telefono, quasi non ci crede. «Sentirmi apprezzato in questa maniera mi ha meravigliato. Questa condivisione attorno alla mia figura mi dà stimolo e forza», dice. E ricostruisce il lavoro di quasi un anno per dare un nuovo corso alla Provincia. «Ci siamo imposti un impegno – spiega – perché l’ente possa cambiare impronta sul territorio. L’abbiamo fatto insieme: un gruppo di sindaci che ha cominciato a riunirsi». Quelli dei piccoli Comuni che avevano trovato in Rotoni il loro candidato.
La risposta del Pd con Massucci ha, però, sparigliato le carte. Il centrodestra ha ripreso a corteggiare Paolo Calcinaro e la sua maggioranza bulgara. Per dire sì, il sindaco di Fermo ha chiesto di essere il candidato di una lista unica.
Se gli chiedi perché è stato scelto lui, ti risponde che il suo «valore aggiunto è la disponibilità a dare il massimo, senza guardare l’orologio» e che un po’ ce l’ha per carattere e un po’ l’ha imparato facendo il sindaco. «Fino ad ora la mia famiglia era di 1.600 persone. Adesso è di 170mila», chiosa, parlando già da presidente.