Ospedale di Fermo sguarnito, minacciato lo sciopero. «Mancano oltre 80 dipendenti, così la sanità va in tilt»

Ospedale di Fermo sguarnito, minacciato lo sciopero. «Mancano oltre 80 dipendenti, così la sanità va in tilt»
Ospedale di Fermo sguarnito, minacciato lo sciopero. «Mancano oltre 80 dipendenti, così la sanità va in tilt»
di Nino Orrea
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Mercoledì 1 Febbraio 2023, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 18:35

FERMO - O arrivano risposte positive in tempi brevi, oppure si andrà a una serie di manifestazioni non escluso uno sciopero entro il mese di aprile. Questo il messaggio netto e inequivocabile che l’assemblea dei lavoratori dell’Azienda territoriale sanitaria di Fermo ha voluto inviare al commissario, Roberto Grinta, e ai vertici della Regione, dando mandato alla Rsu e ai sindacati di valutare ogni tipo di iniziativa per arrivare a una soluzione di una situazione sanitaria che di giorno in giorno si sta inasprendo sempre di più.


Il problema


Nel mirino dei lavoratori c’è la forte carenza di personale, che stando ai numeri forniti dalle parti sociali preoccupa e non poco.

Sempre secondo i sindacati mancherebbero nella pianta organica della sanità fermana almeno 30 infermieri, 20 Oss, 10 tecnici sanitari di laboratorio, 3 tecnici sanitari di radiologia, 4 assistenti sanitari, 12 assistenti amministrativi e 4 ostetriche.

Assunzioni che comporterebbero una spesa aggiuntiva di 1,7 milioni di euro. Il numero di giorni di ferie non goduto dal personale sanitario supera le 50mila giornate. Non solo, perché come hanno spiegato i lavoratori dell’Ast di Fermo, si dovrà procedere immediatamente alla proroga dei contratti a tempo determinato in scadenza ad aprile quindi a stabilizzare chi ha i requisiti. Insomma, un vero e proprio atto di accusa quello che i lavoratori del comparto della sanità fermana hanno voluto mandare ai vertici dell’azienda e a quelli della Regione, anche perché se si dovesse andare veramente a uno sciopero, la situazione sarebbe destinata a deflagrare raggiungendo un punto di non ritorno.

«L’ospedale Murri – ha detto in proposito Giuseppe Donati, responsabile della Funzione pubblica della Cisl - è l’unico nelle Marche ove la figura dell’Oss non è presente nei tre turni di servizio in gran parte nei reparti. Basterebbe questo per dimostrare l’iniquità degli investimenti sul personale fatti negli anni a danno della sanità fermana e non è un caso che l’Ast di Fermo abbia un rapporto tra numero di residenti e numero di operatori peggiore tra tutte le Ast della Regione». A questo punto, il sindacalista della Cisl passa ai numeri.


Le cifre

«Nell’Ast di Fermo – prosegue - sono assegnati 1 infermiere ogni 267 residenti mentre l’Ast di Macerata ne ha 1 ogni 223 residenti, per non parlare dell’Ast di Ascoli che ne ha addirittura 1 ogni 211 residenti. Per gli Oss ne registriamo nell’Ast di Fermo 1 ogni 1.277 residenti mentre altre province hanno un rapporto dimezzato, come ad esempio l’Ast di Ascoli che risulta avere autorizzato 1 Oss ogni 770 residenti. Queste diseguaglianze sono inaccettabili. Nessun problema nei confronti dei colleghi delle altre Ast, ma Fermo deve essere riallineata ai valori più alti». Una situazione di estrema criticità, tanto che l’assemblea dei lavoratori prevede scenari ancora peggiori, tanto da far dire sempre a Giuseppe Donati che «se dovesse restare questa carenza di personale, l’ospedale Murri di Fermo dovrà chiudere i reparti perché non sarà possibile coprire i turni, mentre sul territorio rischiano le residenze sanitarie come la Rsr di Porto San Giorgio e la Rsa di Petritoli per le quali sempre più spesso si parla di possibile esternalizzazione».


La strategia


L’assemblea della sanità fermana ha deciso la ripresa delle manifestazioni davanti all’ospedale Murri, con l’informazione massiccia dei cittadini sullo stato della sanità pubblica dell’Ast di Fermo, continuando con la richiesta al presidente della Conferenza dei sindaci di organizzare un consiglio aperto sulla sanità, al quale possano partecipare anche cittadini e associazioni. Intanto sul caso intervengono anche i vertici dell’Ast che, fra l’altro, ricordano come gli incarichi di coordinamento, anch’essi finiti nel mirino dell’assemblea, «sono quelli previsti e comunicati anche in passato e sui quali c’era stato l’assenso delle parti e che il servizio delle professioni sanitarie movimenta il personale non in modo indiscriminato ma nel rispetto della normativa».

 

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