FERMO - Uno showroom virtuale per la Santoni di Montegiorgio. Un sistema di assistenza da remoto per Savelli Ascensori. Uno che dice all’ufficio vendita dello Scatolificio Valtenna i prodotti simili a quelli che vanno meglio sul mercato. Una piattaforma interattiva che incrocia vendite e clienti per il calzaturificio Elisabet. Una pulsantiera stampata in 3D per Vega. Pezzi personalizzati, sempre in 3D, per i gioielli di Bros Manifatture. Sono i progetti portati a termine da FermoTech, il laboratorio che ha messo in rete sei aziende, l’Università Politecnica delle Marche e quella di Camerino.
I protagonisti
Un progetto che vale due milioni (1,1 di fondi Fesr e 0,9 delle imprese partner), coordinato dal professor Michele Germani e portato avanti da Alessandra Papetti, Alessio Vita, Sabrina Iarlori, Francesco Cauteruccio e Sara Antomarioni, ricercatori della Politecnica assunti da FermoTech, che maneggiano apparecchiature da 500mila euro.
I sei progetti, realizzati con «tecnologie a basso costo accessibili anche alle piccole aziende», sono stati sviluppati lungo tre filoni: extended reality, additive manufatturing e data science, cioè realtà aumentata, manifattura additiva e analisi dei dati. Del primo fanno parte quelli di Santoni e Savelli, del secondo quelli di Vega e Bros Manifatture, del terzo quelli dello scatolificio Valtenna e del calzaturificio Elisabet. Finanziato dai fondi dell’Iti Urbani, Fermo Tech è intenzionato a crescere. Il futuro ha l’aspetto di una società consortile formata da Politecnica, Unicam e dalle aziende che vorranno farne parte, con l’obiettivo di «capire i bisogni delle imprese ed essere in grado di trasferirli in attività di ricerca». Tradotto: posizionarsi sul mercato e cominciare a guadagnare. Una sfida che, per il rettore della Politecnica, Gian Luca Gregori, si potrà vincere «mostrando concretamente che significa fare innovazione e quanto sia utile farlo e trasferendo quell’innovazione, che nasce sempre più da rapporti di collaborazione, all’interno delle imprese». «La sfida su cui lavorare – aggiunge Gregori – sono i modelli di trasferimento, cioè i linguaggi, i metodi e gli strumenti da adottare per fare innovazione». Lo sviluppo di FermoTech riguarderà anche i Comuni. E a Fermo se ne potrebbero aggiungere altri.
I linguaggi
«L’Iti Urbano, che vogliamo rifinanziare nella programmazione europea 2021-2027, nasce per dare la possibilità alle comunità locali di proporre una serie di interventi», spiega l’assessore regionale al Bilancio, Guido Castelli. Per il quale «saranno valutare collaborazioni con i Comuni confinanti, fuori dal cratere, che necessitano di risorse che non li distinguano troppo da quelli del cratere».