Fermo, l'inchiesta su Di Battista
all'esame della Camera di commercio

Fermo, l'inchiesta su Di Battista all'esame della Camera di commercio
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Lunedì 24 Ottobre 2016, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 10:52
 FERMO - Non si presenterà da dimissionario domani alla riunione del consiglio della Camera di commercio. Il presidente Graziano Di Battista, dopo il blitz della Guardia di Finanza nella sua azienda calzaturiera e la conseguente apertura di un’indagine che ha portato già al sequestro di circa 750 paia di scarpe e alla notifica di un avviso di garanzia per il reato di fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale, si è chiuso nel silenzio. Né lui né il suo avvocato Igor Giostra hanno voluto rilasciare dichiarazioni ai giornalisti ma chi, specie tra la cerchia di amici più intimi, in queste ore ha potuto scambiare qualche parola con lui, lo descrive come una persona profondamente amareggiata per l’accaduto e soprattutto per il racconto “mediatico” che si sta facendo di una storia che sta avendo risvolti drammatici. Che ci sia stata qualche negligenza, qualche errore nella gestione dell’azienda non è escluso, avrebbe confidato Di Battista peraltro dal 2008 impegnato praticamente tutti i giorni per la Camera di commercio, ma allo stesso tempo sono venti anni che l’impresa dei fratelli Di Battista lavora come terzista per la Tod’s di Diego Della Valle e mai che ci sia stato un problema prima di quello rilevato dai finanzieri nel corso del blitz dell’altro giorno. 
 
Domani la questione finirà sicuramente sul tavolo anche del consiglio della Camera di commercio che ha all’ordine del giorno altre questioni ma che inevitabilmente si troverà anche a ragionare sulla sorte futura del presidente. Di Battista, forte forse anche del precedente di Ivan Lo Bello, il presidente nazionale di Unioncamere indagato a Potenza ma tuttora in carica, non ha intenzione di mollare la presidenza fermana. Ha già fatto un passo indietro a Unioncamere Marche, lasciando nei giorni scorsi il posto all’anconetano Giorgio Cataldi, ma avrebbe intenzione, almeno a Fermo, di arrivare a fine anno. Se la riforma sul taglio della Cciaa entrerà in vigore, non ci sarà più una Camera di commercio fermana da gennaio in poi. Dunque, questo il ragionamento svolto con qualche amico, perché lasciare Fermo indebolita senza presidente proprio ora che si decidono gli assetti futuri delle Cciaa marchigiane? 
 
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