È allarme nella scuola, un prof su 5 nel Fermano è precario. Supplenze: è un rebus

È allarme nella scuola, un prof su 5 nel Fermano è precario. Supplenze: è un rebus
È allarme nella scuola, un prof su 5 nel Fermano è precario. Supplenze: è un rebus
di Pierpaolo Pierleoni
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Mercoledì 20 Marzo 2024, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 13:26

FERMO Il precariato nella scuola cresce in tutta Italia e in tutti i settori ed il Fermano non è da meno. Un recente report della Uil Scuola Rua, con un raffronto tra i dati del 2015 ed il 2023, ha evidenziato che ormai un quarto di chi lavora nelle scuole italiane e marchigiane non ha un posto a tempo indeterminato. La quinta provincia marchigiana segna un 20,53% di precari tra i docenti, percentuali che schizzano oltre la metà del personale in servizio per quanto riguarda i docenti di sostegno.

Il Fermano tocca il 51,48% dei precari ed è la provincia con la quantità più elevata di dipendenti non stabili tra il personale Ata.

Nel 2015 poco più di uno su 10 era precario, ora il rapporto è di uno ogni tre. Qualcosa si muoverà con il concorso attualmente in fase di svolgimento per l’assunzione di docenti nelle scuole di secondo grado. Dopo le prove scritte si attende la convocazione degli orali, ma i posti si limitano a qualche decina, a fronte di migliaia di candidati.

«Quello del precariato è un fenomeno esteso, in particolare per alcune categorie di personale, penso in primis ai docenti di sostegno e parte del personale Ata – nota il segretario generale Flc Cgil Ascoli-Fermo Enzo Di Vita – Le assunzioni sono insufficienti da anni, il problema si trascina da tempo e come evidenziano i numeri va a peggiorare, mentre le esigenze della scuola sussistono e non si risolvono rinunciando ai contratti a tempo indeterminato. Se guardiamo i posti disponibili nel concorso attualmente in fase di svolgimento, è evidente che siano largamente insufficienti, nelle Marche come in tutto il Paese». 


Gli investimenti


Secondo il sindacalista, il mondo scuola ha bisogno di investimenti a 360 gradi. «Certo la carenza di personale e il boom del precariato sono problemi importanti, ma non si tratta solo di assunzioni. Anche sull’edilizia scolastica servono ancora interventi di adeguamento su edifici mediamente vecchi ed insicuri, va evitato il sovraffollamento delle classi, c’è il tema di garantire stipendi adeguati. La sintesi del problema è che la scuola viene considerata ancora più un centro di costo che un settore cruciale su cui investire risorse». 


I ritardi


Altro aspetto su cui Di Vita si sofferma riguarda i ritardi nei pagamenti di alcune categorie di insegnanti. «Nelle supplenze temporanee, quelle che vengono conferite dal dirigente scolastico in base alle esigenze, si riscontrano troppo spesso ritardi inaccettabili – nota Di Vita – Abbiamo avuto diverse segnalazioni, talvolta passano diversi mesi prima che venga corrisposto quanto dovuto e questo è inaccettabile perché si colpiscono i più precari tra i precari. È un problema a livello di piattaforme dati, a me è capitato, quando lavoravo nella segreteria di una scuola, di compilare tempestivamente tutta la documentazione e nonostante questo, capitava che l’insegnante fosse pagato con due mesi di ritardo. Dal Ministero sono arrivate rassicurazioni affinché il problema sia risolto definitivamente in tempi rapidi. Ci auguriamo sia così perché questo trattamento è davvero frustrante».

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