Fermo, Aids: 400 in cura al Murri
21 le diagnosi di quest'anno

Fermo, Aids: 400 in cura al Murri 21 le diagnosi di quest'anno
2 Minuti di Lettura
Giovedì 30 Novembre 2017, 11:58
FERMO - Aids, la malattia resta in un mondo che cambia. Ma se il clamore e la paure dei decenni passati sembrano lontani secoli, l’emergenza resta e va affrontata con attenzione. A tirare le somme è il reparto di Malattie infettive del Murri di Fermo guidato dal maggio 2016 dal primario Giorgio Amadio. A livello generale negli ultimi anni si è registrata una lieve diminuzione del numero delle nuove diagnosi di infezione da Hiv, con l’incidenza maggiore fra i 25 e i 29 anni e un aumento negli ultra cinquantenni, che rappresentano il 20% delle nuove diagnosi.

Nelle Marche, in particolare, nel 2016 le nuove infezioni sono state 113 (7.2 x 100mila abitanti) mentre all’ospedale Murri, centro di riferimento per le Marche sud per la diagnosi, il ricovero e la terapia delle malattie infettive, sono in cura circa 400 pazienti, con cura che non è riferita solo alla terapia ma implica «anche la presa in carico del paziente - spiegano dal reparto - ossia un percorso costituito dalla diagnosi, la presa in carico nel progetto di cura, l’inizio della terapia e l’aderenza ai farmaci e il mantenimento in cura. Un concetto peculiare dell’infezione Hiv-Aids che richiede l’erogazione di un’assistenza, complessa e per un lungo periodo, talvolta indefinito, subito dopo aver posto la diagnosi e indipendentemente dall’aver avuto accesso al trattamento».

Nel 2017 le nuove diagnosi di infezione da Hiv fino a questo mese ormai al termine sono state 21; si conferma il dato nazionale di una rilevante quota di stranieri. «Strettamente legate, per modalità di trasmissione, sono - rimarca il primario Amadio - le infezioni sessualmente trasmesse che, come a livello nazionale (e mondiale), anche nel nostro centro hanno avuto un vertiginoso aumento. Sono un gruppo di malattie infettive molto diffuse che interessano milioni di individui e rappresentano un problema rilevante per la salute pubblica in tutto il mondo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA