FERMO - Prorogato di una settimana il blocco delle sale operatorie del Murri. Nell’ospedale di Fermo, dove ieri i pazienti positivi erano 85, la situazione resta critica. Al punto che la Direzione medico ospedaliera ha deciso di stoppare, almeno fino al 5 aprile, gli interventi non “indifferibili”. Restano garantite solo emergenze e urgenze. Interrotte fino a Pasquetta anche le attività ambulatoriali differite e programmate (D e P), mentre restano attive quelle urgenti e brevi (U e B).
Il blocco dell’attività chirurgica e la precettazione dei medici degli altri reparti in quelli Covid erano previsti solo per questa settimana, ma il costante afflusso di pazienti positivi e la saturazione dell’ospedale non ha lasciato scelta.
La riunione
Della pressione sul Murri s’è parlato l’altra sera in Commissione sanità.
Le cifre
Scende, intanto, sotto quota 1.100 il numero dei positivi nel Fermano. Fermo è il Comune con più casi (230), ma è ancora Porto Sant’Elpidio quello con la maggiore incidenza di contagi rispetto alla popolazione (172). Resistono, invece, Monteleone di Fermo e Smerillo. Da metà marzo, i due Comuni hanno azzerato contagi e quarantene. Merito della prevenzione e dei pochi abitanti, spiegano i due sindaci. Monteleone ne ha circa 360 e, nel momento più critico, ha avuto sette positivi. «La seconda ondata è stata peggiore della prima – fa sapere il sindaco, Marco Fabiani –, ma ne siamo usciti, anche grazie alla campagna di sensibilizzazione che abbiamo portato avanti». Aiuta – spiega – che buona parte degli abitanti sia avanti con gli anni, «esca poco di casa e, quando lo fa, rispetti le regole». Anche i 340 abitanti di Smerillo sono molto attenti, assicura il sindaco Antonio Vallesi. Che da parecchi giorni il suo Comune sia “Covid free”, se lo spiega come il risultato di un insieme di fattori: «fortuna – dice – perché, comunque, il virus viaggia e il fatto che siamo pochi su un territorio di dieci chilometri quadrati. Un gioco di squadra e il vantaggio di essere svantaggiati».
Il picco
I paesani contagiati in contemporanea sono stati al massimo quattro. C’è stato un caso nella scuola che il Comune condivide con Montefalcone, ma è stato presto arginato. «Bisogna agire per tempo – spiega Vallesi – e fare il possibile per aiutare la popolazione anziana. Anche portandole a casa quello di cui hanno bisogno, pur di non farla uscire».