Blocco delle sale operatorie per un'altra settimana: il coronavirus non molla la sua presa sull'ospedale

Fermo, blocco delle sale operatorie per un'altra settimana: il coronavirus non molla la sua presa sull'ospedale
Fermo, blocco delle sale operatorie per un'altra settimana: il coronavirus non molla la sua presa sull'ospedale
di Francesca Pasquali
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Venerdì 26 Marzo 2021, 05:55

FERMO - Prorogato di una settimana il blocco delle sale operatorie del Murri. Nell’ospedale di Fermo, dove ieri i pazienti positivi erano 85, la situazione resta critica. Al punto che la Direzione medico ospedaliera ha deciso di stoppare, almeno fino al 5 aprile, gli interventi non “indifferibili”. Restano garantite solo emergenze e urgenze. Interrotte fino a Pasquetta anche le attività ambulatoriali differite e programmate (D e P), mentre restano attive quelle urgenti e brevi (U e B).

Il blocco dell’attività chirurgica e la precettazione dei medici degli altri reparti in quelli Covid erano previsti solo per questa settimana, ma il costante afflusso di pazienti positivi e la saturazione dell’ospedale non ha lasciato scelta.

La riunione

Della pressione sul Murri s’è parlato l’altra sera in Commissione sanità.

Il presidente è Nicola Lucci e i consiglieri Luciana Mariani, Cristian Falzolgher, Manolo Bagalini e Massimo Ferroni. Il direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini – fanno sapere i consiglieri comunali di maggioranza – ha «confermato la grave situazione che sta vivendo l’ospedale». A cui si somma «la continua pressione che grava sul Pronto soccorso, dove è davvero faticoso e difficoltoso continuare a mantenere il doppio percorso pazienti “puliti” e Covid, ad oggi garantito». La pandemia, è stato detto, non accenna a smorzarsi. I contagi continuano a salire (ieri i nuovi casi sono stati 54) e la lista dei morti ad allungarsi (ieri al Murri sono deceduti un 63enne di Altidona e un 83enne di Fermo, a Montefalcone un 92enne è spirato nella sua casa). Unanime l’appello alla Regione di Commissione, sindaco e direttore di Area vasta, «per trovare una soluzione immediata per liberare posti nel reparto di Rianimazione e poter riprendere, già dalle prossime giornate, l’attività chirurgica più rilevante». Le buone notizie riguardano le vaccinazioni che, da qui a qualche giorno, dovrebbero ingranare e l’avvio, al Murri, della terapia con anticorpi monoclonali. Spiragli che non placano l’ira dei sindacati. La Cisl ha scritto una lettera aperta ai fermani. E, ancora una volta, punta il dito contro la penuria di personale sanitario. «Dopo un anno – si legge nella missiva –, la situazione dovrebbe considerarsi strutturale e non più emergenziale. Se non lo è, è perché le mosse e le iniziative per contrastare il Covid sono state e continuano a essere inadeguate e, in alcuni casi, sbagliate». Chiede «coraggio – il sindacato –, per un energico e sollecito cambio di passo, che mostri discontinuità rispetto alle criticità che stanno mettendo a rischio l’universalismo delle cure».

Le cifre

Scende, intanto, sotto quota 1.100 il numero dei positivi nel Fermano. Fermo è il Comune con più casi (230), ma è ancora Porto Sant’Elpidio quello con la maggiore incidenza di contagi rispetto alla popolazione (172). Resistono, invece, Monteleone di Fermo e Smerillo. Da metà marzo, i due Comuni hanno azzerato contagi e quarantene. Merito della prevenzione e dei pochi abitanti, spiegano i due sindaci. Monteleone ne ha circa 360 e, nel momento più critico, ha avuto sette positivi. «La seconda ondata è stata peggiore della prima – fa sapere il sindaco, Marco Fabiani –, ma ne siamo usciti, anche grazie alla campagna di sensibilizzazione che abbiamo portato avanti». Aiuta – spiega – che buona parte degli abitanti sia avanti con gli anni, «esca poco di casa e, quando lo fa, rispetti le regole». Anche i 340 abitanti di Smerillo sono molto attenti, assicura il sindaco Antonio Vallesi. Che da parecchi giorni il suo Comune sia “Covid free”, se lo spiega come il risultato di un insieme di fattori: «fortuna – dice – perché, comunque, il virus viaggia e il fatto che siamo pochi su un territorio di dieci chilometri quadrati. Un gioco di squadra e il vantaggio di essere svantaggiati».

Il picco

I paesani contagiati in contemporanea sono stati al massimo quattro. C’è stato un caso nella scuola che il Comune condivide con Montefalcone, ma è stato presto arginato. «Bisogna agire per tempo – spiega Vallesi – e fare il possibile per aiutare la popolazione anziana. Anche portandole a casa quello di cui hanno bisogno, pur di non farla uscire».

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