Sulla Luna dopo ben 50 anni ma da lì che Terra vediamo?

Sulla Luna dopo ben 50 anni
ma da lì che Terra vediamo?

di Sauro Longhi
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Lunedì 26 Febbraio 2024, 07:02

 Si è ritornati sulla Luna. Un lander ricco di strumentazione per misurare, acquisire dati, verificare ipotesi, in sintesi per conoscere meglio il nostro satellite, è allunato sabato scorso. Anche se l’arrivo non è stato perfetto, sta funzionando e potrà raccogliere informazioni utili per preparare il ritorno di una persona sul nostro unico, freddo e polveroso satellite. L’ultima missione lunare di un equipaggio umano risale al 1972 con l’Apollo 17. Un’impresa, per le tecnologie disponibili a quel tempo, sicuramente eroica. Possiamo ritenere che ora è più facile arrivare sulla Luna ma anche più costoso, e quasi tutte le agenzie spaziali da tempo cercano il coinvolgimento di imprese private, come per il lander Odysseus appena arrivato sulla Luna. Nel 1972 il Governo era guidato da Giulio Andreotti e Bill Gates fondava Microsoft, forse l’inizio di tutta la trasformazione digitale che stiamo vivendo. È l’anno del terremoto ad Ancona. Iniziavano anni difficili, gli anni di piombo, caratterizzati da attentati, scontri cruenti tra opposti estremismi, tentativi di golpe, tanto da far correre seri rischi alla giovane democrazia del Paese fondata sulla Costituzione nata dalla liberazione dal Nazifascismo. Ma grazie alla democrazia tutto fu superato. Sono passati cinquant’anni e il Paese che osservavamo dalla Luna è cambiato profondamente e con esso il contesto internazionale. Pensavamo di aver sconfitto la guerra, almeno in Europa, con il più grande trattato di pace mai sottoscritto, la costituzione dell’Unione Europea, e invece proprio sabato si è celebrato il secondo anno di guerra nel cuore dell’Europa, in Ucraina, un Paese costretto ad entrare in guerra per difendersi dall’invasione Russa. Pensavamo di poter garantire a due popoli, due stati per dare sicurezza e prosperità ad Israele e alla Palestina, ma anche questa speranza sembra dissolversi nell’evidenza delle migliaia di morti innocenti che i telegiornali ci presentano ogni giorno nella martoriata Palestina. Pensavamo di aver cancellato il rischio di guerre nucleari con il graduale e costante disarmo degli armamenti, ed invece assistiamo ad una ripresa della spesa per nuove armi.

Negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza del rischio ambientale per l’intero pianeta causato dal riscaldamento globale, con l’evidenza scientifica dei cambiamenti climatici, dei dissesti idrogeologici e della siccità. Intere aree del pianeta si stanno desertificando con intere popolazioni costrette ad emigrare per dare un futuro alla propria famiglia. L’unica strada percorribile è avviare percorsi di trasformazione verso energie rinnovabili, preservare l’ambiente, ridurre il consumo di materie prime. Ma anche queste certezze sembrano dissolversi sotto il peso della guerra, dei costi energetici, dell’inflazione ancora non arrestata. Se la ragione potesse imporsi potremmo sicuramente stare tutti meglio. Se prevalessero regole di redistribuire della tanta ricchezza che produciamo, oggi più di ieri, garantendo maggiore equità, forse potremmo contrastare le tante diseguaglianze e ingiustizie presenti nella società. Non perdo l’ottimismo nel futuro, e in chi questo futuro potrà progettarlo e costruirlo, le nuove generazioni che con impegno e profonde convinzioni chiedono di contrastare le tante diseguaglianze sociali, economiche e ambientali che viviamo. Da insegnante continuo ad avere fiducia delle nuove generazioni, e in questo mi trovo in buona compagnia con il Presidente Mattarella: «Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento». Un messaggio che in poche ore ha visto milioni di visualizzazioni. Anch’io sto con il Presidente Mattarella!

*Dipartimento di Ingegneria dell’informazione  Facoltà di Ingegneria  Università Politecnica delle Marche

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