Corto, il festival della normalità: dieci buone ragioni per esserci

Corto, il festival della normalità: dieci buone ragioni per esserci

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 2 Dicembre 2022, 07:15

Dieci ottime ragioni per andare a Corto Dorico. Un giorno, due giorni o, perché no?, anche tutti i giorni, da domani e fino a domenica 11, il programma potete iniziare a studiarlo su Cortodorico.it. 1) Perché è dal 2019 che aspettiamo un’edizione così, niente mascherine obbligatorie, niente distanziamento obbligatorio, niente code inevitabili all’ingresso per farsi controllare il Green Pass (addio, GP, senza rimpianti). Dopo 3 anni, è la prima edizione 100% normale - inclusi i dj set d’apertura e chiusura - e volete perderla? 2) Per avere una scusa inattaccabile per fare serata. Chi ha un familiare cinefilo sa che sotto festival non può contare sulla sua presenza, e all’assenza si rassegna senza rompere più che tanto. Se il sindaco di Rieti avesse aspettato Corto Dorico per prendersi una pausa da moglie e pupo non si sarebbe beccato il pubblico cazziatone e ora non starebbe inguaiato, gli avvocati sullo sfondo. 3) Per concedere un po’ di riposo al telefono. Ho parlato con l’algoritmo sindacalista dei cellulari, m’ha detto che non ne possono più di vedere le nostre facce piegate su di loro tutte quelle ore al giorno. Non resistono oltre a essere chiamati all’opera di continuo, spesso per motivi futilissimi. Minacciano sciopero, concediamogli di rifiatare. 4) Perché il cartellone di Corto Dorico 2022 è ricco esagerato, 60 appuntamenti, ce n’è per tutti i gusti, e hai voglia a preparare un piano d’azione, prima vedo questo, poi quello e poi quell’altro. Un evento si prolunga, mentre corri verso il successivo ti imbatti in qualcosa in qualcuno che cattura la tua attenzione, e il programma accuratamente studiato salta, ogni progetto viene sprogettato. Succede questo nei festival belli. Non succede così anche nella vita fuori dai festival? Con la differenza che nella vita gli imprevisti il più delle volte si chiamano “molare dolente da urlo”, “macchina che non parte”, “scampanellata della suocera che contavi di non vedere prima di Natale”. Mentre nei festival belli gli imprevisti sono sempre belli. 5) Perché il bar di Corto Dorico è sempre inappuntabile, sia nel settore cibarie sia nel ramo cocktail. 6) Per partecipare o anche solo assistere alle discussioni fra cinefili.

Spettacolari. Talvolta incentrate su dettagli minutissimi, due righe di dialogo (“maddài, non potevano riscrivere?), un semplicissimo movimento della cinepresa (“che meraviglia la carrellata verso l’orsetto nella cameretta”). Appassionate, e quando la conversazione sembra esaurirsi ecco che invece si riaccende, e un attimo si è d’accordo su tutto e l’attimo dopo le voci si impennano, si litiga di brutto, fatta salva l’amicizia. E l’orologio corre che non te ne accorgi, si fa notte fondissima e lo sai che l’indomani mattina sarai brillante come uno zombi e però non te ne importa nulla, continuiamo a discutere, dai, riuscirò a convincerti che stai sparando minchiate su quel taglio di montaggio. 7) Per parlare con gli artisti, emergenti o affermati, tutti disponibili e rilassati e loquaci, quando arrivano ad Ancona: sarà la bellezza della Mole Vanvitelliana, sarà il mare, sarà il terzo Negroni. 8) Perché il cinema che Corto Dorico propone non è così facile trovarlo altrove, anche oggi che tutto sembra reperibile dappertutto. I cortometraggi non li trovi facilmente, per esempio. Il cinema breve è cinema negletto, per quanto sia più libero e creativo di tanto cinema lungo. Se per una settimana mollate le serie (alcune fatte benissimo e però, tutte o quasi, seguendo il ricettario, i suggerimenti dell’algoritmo) o i film con Liam Neeson 60-70enne, del pari fatti con lo stampino, lui che armato di temperino o acciarino o direttamente a mani nude spedisce all’altro mondo decine di 20enni che imbracciano armi automatiche, se per qualche giorno mettete in pausa questa roba, non succede niente, rimane a vostra disposizione sulla piattaforma prediletta. 9) Perché Corto Dorico riflette sul presente e si proietta nel futuro, tenta di immaginarlo, di gettare semi da coltivare. Guarda avanti, mentre in Italia prevale la tendenza a guardare all’indietro. 10) Perché ve lo suggerisco io e io do sempre buoni consigli e se non li seguite ci rimango male e mi altero. Ci vediamo al festival, vero?

* Opinionista e critico cinematografico

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