Statali, ecco come cambiano
i rapporti di lavoro tra legge e contratto

Statali, ecco come cambiano i rapporti di lavoro tra legge e contratto
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Mercoledì 15 Febbraio 2017, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 11:56
ROMA - Statali, si disegna un nuovo equilibrio tra legge e contratto nazionale per regolare i rapporti di lavoro nella P.a: non sarebbe più la legge a dettare ogni aspetto, ma conservando il ruolo di cornice invalicabile, rimetterebbe al contratto la possibilità di intervenire. Sarebbe questa, secondo il testo che l'ANSA è in grado di anticipare, una delle novità che dovrebbe essere inserita nella riforma Madia, che sarà al centro del tavolo con i sindacati nel pomeriggio.

Si supererebbe così la riforma Brunetta che, a differenza di quanto avviene nel privato, aveva individuato la legge come strumento quasi esclusivo di regolazione dei rapporti di lavoro. Il passaggio cruciale, seguendo l'impostazione tracciata in passato da D'Antona, sta nel riconoscere ai contratti la possibilità di derogare la legge quando questa dovesse 'invaderè profili che riguardano il rapporto di lavoro nel pubblico impiego. Al momento invece la derogabilità è consentita solo se espressamente prevista dalla legge, un limite stringente.

GESTIONE UFFICI, SI APRE A PARTECIPAZIONE SINDACALE L'organizzazione degli uffici pubblici e la gestione dei rapporti di lavoro spettano alla dirigenza fatta salva la sola informazione ai sindacati o, ed è la novità, altre formule di partecipazione sindacale se previste dai contratti. Sarebbe questa l'apertura contenuta nella riforma Madia, secondo il testo che l'ANSA è in grado di anticipare.

Finora, infatti, la legge sostanzialmente impedisce ai dirigenti di andare oltre la semplice informativa.
Con la riforma invece, laddove il contratto nazionale dovesse prevederlo, i dirigenti, sulle materie attinenti all'organizzazione del lavoro, potranno interagire con le organizzazione sindacali anche con altri strumenti, ma senza avere l'obbligo di contrattare.
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