Antica pieve di Candelare chiusa dal sisma di novembre 2022, si parte per ora con i soli fondi dell’emergenza

Antica pieve di Candelare chiusa dal sisma di novembre 2022, si parte per ora con i soli fondi dell’emergenza
Antica pieve di Candelare chiusa dal sisma di novembre 2022, si parte per ora con i soli fondi dell’emergenza
di Miiléna Bonaparte
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Domenica 3 Marzo 2024, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 11:44

PESARO Niente palme e uova benedette, nessuna domenica di Resurrezione alla pieve di Candelara dove parroco e tecnici sono ancora con il progetto di recupero in mano nell’attesa del finanziamento statale di 120 mila euro, richiesto per la calamità naturale. La Protezione civile ha assicurato che arriverà in primavera.

Dal terremoto del 9 novembre 2022 è passato quasi un anno e mezzo ma, senza la garanzia del contributo per l’emergenza, la parrocchia guidata da don Giampiero Cernuschi non se l’è sentita di fare il passo più lungo della gamba, contraendo un mutuo per avviare intanto i lavori di messa in sicurezza.

Le opere provvisorie più urgenti, tanto per riaprire alle funzioni e alle visite, in attesa dell’intervento strutturale definitivo che si potrà realizzare soltanto con i fondi legati al sisma. Anche perché nelle casse dell’Arcidiocesi mancano le risorse specifiche, in questi casi non si possono utilizzare infatti le entrate dell’8 per mille.

Cautela e pazienza, dunque, nonostante il dispiacere di non aver visto neppure un operaio né dentro né fuori Santo Stefano. Valutate le ristrettezze di una piccola parrocchia come Candelara, 1.400 anime senza sponsor e opulenti aiuti, si è evitato di rischiare spiacevoli conseguenze.

«Dopo la celebrazione del Natale salteranno anche i riti pasquali, ci avevamo tanto sperato - afferma il sacerdote -, purtroppo non abbiamo richiesto il prestito e i lavori sono fermi. Per stare sicuri aspettiamo che arrivino i soldi del piano d’emergenza, speriamo di beneficiare del fondo gestito dalla Protezione civile nazionale per il progetto complessivo da 140 mila euro. Ci hanno garantito che entro la primavera sapremo se rientriamo nella graduatoria. Nel frattempo lavoriamo al perfezionamento del piano di recupero che hanno studiato i nostri tecnici, sotto l’occhio vigile della Soprintendenza. Ma senza soldi non possiamo partire, la pieve è gravemente lesionata, dai primi di novembre chiusa alle attività religiose, culturali e turistiche».

Il progetto è stato elaborato dall’ingegner Franco Fulvi e dall’architetto Maurizio Giannotti, tecnici di “buona volontà” che hanno speso tempo ed energie soprattutto per amore della loro parrocchia. Il primo intervento-tampone per la sicurezza dovrebbe prevedere il montaggio di una serie di tiranti per bloccare la parete est che si è spostata di circa 10 centimetri. Un nuovo stop alla partenza della missione di salvataggio che ha riacceso la disapprovazione e il malcontento tra i parrocchiani i quali, per le funzioni religiose, devono spostarsi a Santa Maria dell’Arzilla.

L’attesa

In ogni caso questa lunga e snervante attesa non se la merita proprio una pieve che è un unicum gotico a croce greca di valore incommensurabile. Una storia che risale al Nono secolo, durante il medioevo, sulle basi di un tempio cristiano del VI-VII secolo. Tratti distintivi che la rendono una rarità anche per i circa 30.000 turisti e visitatori che arrivano ogni anno a Candelara solo con il desiderio di ammirarla e per le giovani coppie della provincia che la scelgono come sede del loro matrimonio in collina.

Miléna Bonaparte

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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