Smart working al capolinea. Il lavoro agile a fine settembre verrà meno per circa 800mila dipendenti, tra settore pubblico e privato. Interessati i cosiddetti "fragili", ossia chi soffre di determinate patologie, riporta Il Messaggero. La scadenza è fissata al 30 settembre, secondo le disposizioni del decreto Lavoro, poi si registrerà il ritorno in ufficio.
Chi tornerà in ufficio dal primo ottobre
La scadenza riguarda, come detto, 800mila lavoratori. Ma questo non significa che dal primo ottobre torneranno tutti tassativamente in ufficio. Sarà ancora possibile, infatti, stipulare con il dirigente incaricato degli accordi individuali in linea con quanto previsto dal piano di organizzazione del lavoro dell’azienda o dell’amministrazione pubblica in cui prestano servizio.
La decisione del governo
Nessuna comunicazione ufficiale del governo, ma appare improbabile - scrive anche Il Messaggero - un nuovo rinvio della scadenza. Questo, sostanzialmente per due motivi: l'impegno con legge di Bilancio, che "ruberà" la maggior parte delle energie e delle attenzioni nelle prossime settimane; i costi: le lezioni stanno per ricominciare e i docenti fragili in smart working andrebbero sostituiti con dei supplenti. Lo Stato si ritroverebbe perciò a pagare due stipendi.
Chi sono i fragili
Vengono ritenuti lavoratori fragili anche quelli che soffrono di tre o più patologie tra cardiopatia ischemica, fibrillazione arteriale, scompenso cardiaco, ictus, diabete mellito, bronco-pneumopatia ostruttiva cronica, epatite cronica e obesità.
La decisione sui genitori con figli under 14
Discorso diverso nel privato, dove il lavoro agile agevolato è stato esteso al 31 dicembre per i genitori con figli under 14. Il ministero del Lavoro guidato da Marina Elvira Calderone ricorda che «il diritto di svolgere la prestazione lavorativa in modalità di lavoro agile per i lavoratori dipendenti del settore privato che abbiano almeno un figlio, minore di 14 anni, viene riconosciuto a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito e che non vi sia un genitore non lavoratore».