C’è la fumata bianca per lo stralcio delle cartelle fino a 5 mila euro dal 2000 al 2010. Il mini-condono del governo Draghi, previsto dal Sostegni, necessita di un decreto del Tesoro per essere definitivamente calato a terra: dal Mef fanno sapere che il provvedimento con le modalità e le date dell’annullamento dei debiti, atteso per il 21 giugno e finito sul tabellone dei decreti in ritardo, arriverà nelle prossime ore. Restano da limare gli ultimi dettagli, ma rispetto a quanto stabilito dal Sostegni non ci saranno sorprese. La sanatoria azzera 16 milioni di cartelle circa, con la loro imposta non pagata, gli interessi e le sanzioni. Il condono non è accessibile ai più abbienti, per effetto del limite di reddito stabilito: solo i contribuenti con un reddito pari o inferiore a 30mila euro nel 2019 hanno diritto allo stralcio. Più nel dettaglio, analizzando un campione di circa 3 milioni di soggetti è stato stimato che circa l’83 per cento delle persone con debiti di importo fino a 5mila euro affidati dal 2000 al 2010 potrà beneficiare del condono poiché nel 2019 aveva un reddito non superiore a 30mila euro. Nel complesso parliamo perciò di milioni di contribuenti interessati.
Gli oneri
Il costo dell’operazione ammonta a poco più di 666 milioni di euro, ma se si storna dal conteggio il valore delle pratiche che avevano già aderito a rottamazione ter e saldo e stralcio allora l’asticella scende a 215 milioni di euro circa.
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L’annullamento, infine, non si applica ad alcune tipologie di carichi. Fuori dal perimetro della sanatoria i debiti relativi alle risorse proprie tradizionali dell’Unione Europea e all’imposta sul valore aggiunto riscossa all’importazione, quelli derivanti dal recupero degli aiuti di Stato considerati illegittimi, oltre che quelli relativi a multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna. I 30 giorni che il Governo ha dato al Mef per fissare tramite decreto i criteri da adottare nello stralcio sono iniziati con l’entrata in vigore della legge di conversione del decreto Sostegni, il 21 maggio scorso. Una volta arrivato il decreto del Mef con le modalità e le date dell’annullamento dei debiti fino a 5mila euro, spetterà all’Agenzia delle Entrate-Riscossione individuare le cartelle che rientrano nella platea di quelle da eliminare. Dovrà verificare assieme all’Agenzia delle Entrate il reddito imponibile al 2019 dei soggetti con debiti fino a 5 mila euro per ruoli affidati prima del 2010. Dopodiché lo stralcio avverrà in automatico (non sono previsti adempimenti da parte dei contribuenti per lo stralcio delle cartelle). La cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali, come spiegato a suo tempo dal premier, è figlia dei malfunzionamenti dei meccanismi della riscossione. E, a ogni modo, dovrebbe riguardare una platea ristretta, per effetto dei paletti fissati dal Sostegni. Insomma, se è vero da un lato che si tratta a tutti gli effetti di un condono, dall’altra si prevede che avrà un impatto contenuto.