Noberasco, facile star bene.
Lo slogan che ha accompagnato il lancio delle prime spremute a freddo e biologiche con il nome “Extratti”, allo stato non riesce a restituire vitalità alla società savonese produttrice di frutta secca venduta negli Autogrill. È un business che ha margini di guadagno risicati, su cui impatta la competizione di marchi meno conosciuti ma meno costosi e in più il Covid, paralizzando gli spostamenti, ha acuito la crisi della Noberasco che ha chiuso il 2022 con 110 milioni di ricavi e una perdita di 500mila euro, dopo un trend di crescita sproporzionato che aveva portato in dieci anni il fatturato da 50 a 140 milioni. Sullo stato di salute di Noberasco spa continua a pesare l’investimento di 55 milioni di euro per costruire il nuovo stabilimento a Carcare, piccolo centro del savonese che rappresenta una cattedrale nel deserto. Le banche esposte per circa 84 milioni, di cui 12 milioni ipotecari, hanno rotto gli indugi incalzando l’ad Mattia Noberasco, esponente della quarta generazione: in prima fila Bper che ha 37 milioni comprensivi dei prestiti di Carige, Popolare Sondrio 10 milioni, Intesa Sanpaolo 8 milioni, Banca Alba 7 milioni, Mps 5 milioni. Di recente è stato insediato Antonio Cellie che è anche alla guida di Fiera di Parma come chief restructuring officer.
© RIPRODUZIONE RISERVATA