Def: chiude Equitalia, più fondi a Sanità. 7 miliardi per le pensioni

Def: chiude Equitalia, più fondi a Sanità. 7 miliardi per le pensioni
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Sabato 15 Ottobre 2016, 18:31 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 18:02

Ok del Cdm alla manovra che da 24,5 lievita a 27 miliardi con alcune novità dell'ultim'ora: scongiurato il taglio alla Sanità il cui Fondo può contare su un aumento di due miliardi, scongiurando quindi il taglio di un miliardo considerato fino ad oggi scontato. Chiude Equitalia, arrivano fondi per le Pmi e per le scuole, comprese quelle paritarie. Il rapporto Deficit/Pil previsto per il 2017 è del 2,3% e la crescita prevista è dell'1% se non superiore. Il canone Rai scende a 90 euro.


«La filosofia della stabilità 2017 è merito e bisogno, tenere insieme competitività ed equità, dare una chance a chi ci prova e una mano a chi non ce la fa», ha detto Matteo Renzi al termine del cdm («Il paccheto competitività e investimenti nel 2017» vale «più di due miliardi e mezzo», ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan). «L'Italia non va ancora bene ma dopo due anni e mezzo va un po' meglio di prima, non siamo contenti, abbiamo fame di risultati positivi ma l'Italia va meglio. Passo dopo passo». Soddisfatta il ministro Maria Elena Boschi che si dice «molto felice della stabilità 2017. Un grande lavoro di squadra per l'Italia. #passodopopasso».

 

La manovra, ha quindi spiegato il premier, è fatta «di 6 capitoli, il più importante è la competitività» sulla quale ci sono «20 miliardi in più anni» per Industria 4.0 e il superammortamento. «Già nel decreto legge c'è un miliardo di euro per le piccole e medie imprese», aggiunge, sottolineando come le risorse arrivino dal «fondo presidenza» e non siano dunque utilizzati per la campagna del referendum. «Non pensiamo alle stock option dei banchieri - ha aggiunto - ma alle Pmi che non hanno i finanziamenti». «Bonus? Saranno anche bonus ma sono 4 manovre in 3 anni che facciamo un bonus, a differenza di chi per trent'anni ha fatto malus», ha detto il premier parlando delle misure in favore delle imprese, e sottolineando che «continua ad andare giù la pressione fiscale».

«Il fondo per la sanità era 111 miliardi l'anno scorso, quest'anno sarà 113», ha confermato il presidente del Consiglio. Questo governo «non ha mai tagliato la sanità e ora ha 2 miliardi in più» e quel miliardo che «per alcuni sembrava ballerino» servirà «per i farmaci oncologici, per l'epatite C» per i vaccini e per le nuove stabilizzazioni di medici e intermedi. 

Nella manovra c'è «un miliardo in più su scuola e università, non solo per i decreti legislativi per la buona scuola» ma anche per un «intervento per le scuole non statali, per le materne paritarie» e per quelle che «hanno insegnanti di sostegno e che hanno numero di disabili rilevante». Si tratta di scuole, ha detto Renzi, che «fanno un servizio», auspicando «che non vi siano polemiche ideologiche».


«Sono previsti più investimenti per gli Istituti tecnici superiori che offrono sbocchi reali nel mondo del lavoro e decontribuzioni per le aziende che assumono i neo diplomati che hanno fatto alternanza scuola-lavoro», ha detto inoltre il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. E ancora: «Stabilizziamo l'incremento del fondo per il diritto allo studio, prevediamo una no tax area per i redditi bassi e borse specifiche per studenti particolarmente meritevoli, che accompagneremo lungo il loro percorso universitario».

Gli investimenti pubblici aumenteranno di 12 miliardi in 3 anni, di 2 miliardi nel 2017, 4 nel 2018 e 6 nel 2019.
Come si evince dalle slide illustrate da Matteo Renzi a Palazzo Chigi il rapporto deficit/Pil si attesterà nel 2017 al 2,3%. Il dato, che sarà inserito nel Documento programmatico di Bilancio (Draft Budgetary Plan), è rivisto al rialzo rispetto al 2% della Nota al Def. La crescita del Pil rimane all'1%. «I nostri dati dicono che la crescita sarà all'1,1, 1,2, noi lasciamo l'1 in modo molto signorile per evitare polemiche dando per scontato che con il deficit al 2,3 è probabile che la crescita sarà più corposa», ha aggiunto.

«Abbiamo chiuso un accordo con il mondo dei pensionati, avevamo chiuso a 6 mld ed invece sono 7 nel triennio», ha detto poi Renzi spiegando i fondi per l'Ape e le pensioni basse nella manovra. 

E poi: «1,9 miliardi per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, per le forze armate, la polizia e le nuove assunzioni». 

La manovra 2017 potrà contare su 2 miliardi in arrivo dalla voluntary disclosure, ha detto il premier specificando che la cifra è, a suo parere, «sottostimata». Si tratta, ha aggiunto, di «un intervento che non ha alcun elemento nemmeno lontanamente assimilabile a un condono».

Altri «4 miliardi vengono dall'operazione Equitalia, che porterà a consentire non la rottamazione delle cartelle, chi deve pagare paga, ma a non pagare smisurati interessi e more che erano previste dalla filosofia da cui Equitalia partiva». Renzi ha spiegato che Equitalia entrerà nell'Agenzia delle Entrate.

«Abbiamo fatto anche alcune piccole cose - ha proseguito -. Il canone Rai era a 113 euro, è passato a 100 euro quest'anno e passa a 90 il prossimo anno». 


Renzi ha poi annunciato «tre miliardi per il bonus ristrutturazione non solo per i condomini ma anche per gli alberghi». Nella manovra 2017 ci sono inoltre 600 milioni sulla famiglia «con misure del ministro Costa. È un piccolo segnale verso un grande investimento sulla famiglia e sui figli che faremo nel 2018 con la modifica dell'Irpef». «Abbiamo sempre detto che non avremmo toccato l'Irpef prima del 2018, è legge di stabilità non inventata ma viene dai tre anni precedenti.
Se il prossimo anno avremo la possibilità di continuare in questo lavoro il percorso sarà completato: ci manca solo irpef». 


Confermato l'azzeramento dell'Irpef agricola per imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti. A quanto apprende l'Ansa, la norma stabilisce l'esenzione ai fini Irpef dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da CD e IAP per gli anni 2017, 2018 e 2019. Come anticipato dal Ministro Martina il taglio di tasse per l'agricoltura arriva a 1,3 miliardi di euro in 2 anni considerando anche la cancellazione di Irap e Imu sui terreni.


L'impegno finanziario per l'accoglienza migranti «vale lo 0,2% e sarà fuori dal Patto» e dal 2016 «i sindaci che al 15 ottobre accolgono sul territorio i migranti avranno riconosciuto un contributo specifico di 500 euro una tantum a migrante, che permetterà di dimostrare che lo Stato gli è riconoscente», ha annunciato poi Renzi.

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