Nel 2016 sono state liquidate 1.048.096 pensioni, delle quali oltre la metà (53,2%) di natura assistenziale, per un importo totale pari a 9,4 miliardi di euro. Lo rileva l' Inps nell'osservatorio sulle pensioni, che però non include i trattamenti pubblici ed ex Enpals. «Un numero così elevato rispetto alla consistenza delle pensioni in pagamento è compensato da un ricambio molto più veloce rispetto alle prestazioni di tipo previdenziale», si legge.
Negli ultimi cinque anni il numero delle pensioni è diminuito nel complesso del 2,7%. Lo rileva l' Inps nell'Osservatorio sulle pensioni vigenti, aggiornato a gennaio 2017 (che non include i trattamenti pubblici ed ex Enpals). In particolare, a partire dal 2013 si assiste «ad una inversione di tendenza»: mentre da gennaio 2004 a gennaio 2012 il numero delle pensioni è aumentato mediamente dello 0,7% annuo per un complessivo 6,1%, negli ultimi cinque anni è iniziato a decrescere mediamente dello 0,6% annuo, con un calo complessivo del 2,7%.
Delle 18.029.590 pensioni vigenti, 14.114.464 sono di natura previdenziale, derivanti cioè da un effettivo versamento di contributi, mentre la differenza è costituita dalle prestazioni di natura assistenziale, vale a dire invalidità civile, pensioni sociali e assegni sociali, erogate a chi si trova in una situazione di invalidità o di basso reddito. In totale, sono 11.374.619 le pensioni con importo inferiore a 750 euro: di queste, solo il 44,9% (5.106.486) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile. L'importo complessivo annuo delle prestazioni erogate, si legge ancora nell'osservatorio Inps, è pari a 197,4 miliardi di euro, di cui 176,8 a carico delle gestioni previdenziali.
Il Fondo pensioni lavoratori dipendenti gestisce il 48,6% del complesso delle pensioni erogate e il 61,4% degli importi in pagamento, le gestioni dei lavoratori autonomi il 27,3% delle pensioni e il 23,7% della spesa totale, mentre il rimanente 21,7% delle prestazioni e il 10% circa dell'importo è a carico delle gestioni assistenziali.
Gli uomini riscuotono circa il 77,9% delle pensioni di anzianità/anticipate, il 35,1% di quelle di vecchiaia (legate cioè alla sola età anagrafica), il 49,9% delle prestazioni di invalidità e il 12% di quelle ai superstiti. Uno sguardo alla distribuzione territoriale evidenzia, invece, che la maggior parte delle pensioni, il 48%, è percepito nelle regioni dell'Italia settentrionale, il 19,2% al Centro e il 30,6% in Italia meridionale e Isole: il restante 2,2% è erogato a soggetti residenti all'estero. L'età media dei pensionati è di 73,7 anni, con una differenza tra i due generi di 4,6 anni (75,7 anni per le donne e 71,1 anni per gli uomini). Il 21,8% delle pensioni di vecchiaia è erogato a persone di età compresa tra 65 e 69 anni, fascia che rappresenta la maggiore concentrazione; seguono la fascia 70-74, con il 21,4%, quella 75-79 con il 20,4% e quella 80-84 con il 14,7%.