La crisi dei compro oro
Chiuse 13.000 aziende

La crisi dei compro oro Chiuse 13.000 aziende
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Sabato 21 Marzo 2015, 17:30 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 18:28
ROMA - Il settore del compro oro, dopo il boom degli anni 2010 e 2011, ha conosciuto una forte contrazione, con una crisi che ha portato alla chiusura di tredicimila aziende nel triennio.





È quanto emerge dai dati diffusi da Oroitaly (l'organizzazione che riunisce le pmi dell'oreficeria). Le aziende sul territorio italiano - afferma Gianni Lepre, segretario di Oroitaly - sono passate da circa 35 mila a 22 mila, con un fatturato medio praticamente dimezzato. Se prima, infatti, le aziende del settore fatturavano circa 550-600 mila euro l'anno, oggi i ricavi annuali non superano le trecentomila euro.



"Tutto questo - aggiunge Generoso De Sieno, orafo e Presidente di Oroitaly - ha portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro e alla curva discendente nella traiettoria di forte espansione dei negozi compro oro ad inizio decennio".



Tra le cause della involuzione settoriale vi è "la forte flessione del costo dell'oro che non porta più, come accaduto fino al 2013, 17 milioni di italiani a vendere almeno un monile".



La versione ottimistica - aggiunge Lepre - potrebbe far pensare a un miglioramento della vita dei nostri connazionali che non hanno più necessità di vendere l'oro in casa, invece, secondo Lepre "la versione realistica è che gli italiani hanno dato via il loro tesoretto e si sono impoveriti ulteriormente. Il vero problema - conclude Lepre - è capire la correlazione tra questa crisi e le esportazioni nel mondo che erano cresciute del 385% in soli quattro anni, dal 2008 al 2012, proprio grazie alla disponibilità di metallo che le imprese italiane hanno avuto grazie alla fusione di oro collettivo".
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