Il Pd sceglie oggi il nuovo segretario
Ultime scintille e rebus affluenza

Il Pd sceglie oggi il nuovo segretario Ultime scintille e rebus affluenza
di Silvia Pasquini
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Domenica 8 Dicembre 2013, 09:08 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 07:48
ROMA - il giorno delle primarie, il giorno in cui il popolo dem sceglie il suo segretario, il giorno della verit. Il giorno in cui, dopo settimane di una campagna elettorale che non ha mai raggiunto temperature roventi, il Pd sceglie il suo prossimo leader fra i tre candidati, Matteo Renzi (favorito da tutti i sondaggi), Pippo Civati e Gianni Cuperlo.



Imponente la macchina organizzativa impostata dal Partito Democratico per oggi: sono 9mila i gazebo sparsi nelle piazze di tutta Italia e 100mila i volontari in campo per permettere al popolo di sinistra di votare per tutto il giorno. I seggi sono aperti dalle 8 alle 20 e possono partecipare tutti firmando l’albo degli elettori delle primarie e portando un documento di identità, la tessera elettorale e 2 euro (per i non iscritti). Anche coloro che hanno compiuto i 16 anni e gli immigrati possono andare ai gazebo, ma devono essersi registrati in precedenza.



LE ASPETTATIVE

Il risultato della battaglia si conoscerà già in tarda serata, e per vincere uno dei tre candidati deve superare il 50% più uno dei voti, altrimenti per conoscere il successore di Guglielmo Epifani bisognerà aspettare la scelta della nuova assemblea nazionale del partito di domenica prossima. Sulle sorti delle primarie dell’Immacolata e sul peso politico del futuro leader Pd inciderà però non solo la percentuale che decreterà il vincitore ma anche l’affluenza ai seggi. Per parlare di “successo” dovrebbero andare alle urne almeno 2 milioni di elettori, e già sarebbero meno di quelli che nel 2009 andarono alle urne scegliendo Bersani e molti meno di quei 3 milioni che lo scorso anno parteciparono per la sfida Renzi – Bersani. Nell’ultimo giorno di campagna elettorale i candidati quindi hanno tirato le ultime frecce dai loro archi e hanno lanciato appelli alla partecipazione. Come ha fatto Matteo Renzi, che dopo aver ribadito di non essere interessato al premio della critica perché «il Pd vuole tornare a vincere», ha precisato che non è vero che per le primarie di oggi è «già tutto deciso, tutto già scritto». «Lo dicono per tenervi lontani dai seggi e per dire che la politica non serve a niente» ha aggiunto. Analisi su cui si è trovato d’accordo anche Gianni Cuperlo: «E’ un congresso vero, aperto. C’è un candidato che è dato per favorito e che gode di grande popolarità – ha detto riferendosi a Renzi – e io non me lo sono mai nascosto. Comunque vada a finire io sono fiducioso e ottimista che ne usciremo più forti».



LE SCHERMAGLIE

Va all’attacco dei «gufi appollaiati sui gazebo» anche Pippo Civati, che ieri durante il suo tour in Sardegna è rimasto a secco di benzina ed ha dovuto raggiungere la tappa successiva facendo l’autostop. «Già la partecipazione sarebbe un segnale positivo e poi dipende dal voto» ha spiegato Civati che ha fatto partire scaramucce con il comitato di Cuperlo, accusato di violazione della privacy per le telefonate fatte agli iscritti. Il candidato ex Ds dal canto suo ha respinto le accuse ed ha aggiunto: «Se non dovessi vincere mi metterei al servizio dell’unità del Pd difendendo e promuovendo idee e progetti che abbiamo messo al centro di questo programma».