Egitto: 150 morti, vicini a guerra civile
El Baradei: ora non si torna indietro

Le proteste in Egitto
Le proteste in Egitto
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Domenica 30 Gennaio 2011, 11:21 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 19:22
IL CAIRO - Detenuti che evadono in massa, sicurezza in pericolo e esodo di stranieri dal paese. questo lo scenario stamani in Egitto, sconvolto da giorni dalla rivolta anti-Mubarak. L'Egitto sta vivendo tensioni in ogni parte del Paese dove si moltiplicano le manifestazioni.



Il fronte della sicurezza si sta incrinando insieme a quello politico. Gli Usa sembrano scaricare il vecchio leader Mubarak e guardano con interesse a El Baradei come traghettaore verso una fase politica nuova per l'Egitto.



Clinton: delusi da Mubarak. Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha detto che gli Stati Uniti desiderano una «transizione ordinata» di poteri in Egitto che eviti il caos e l'anarchia. Gli Stati Uniti non stanno per il momento considerando la sospensione degli aiuti all'Egitto (pari a 1,5 miliardi di dollari l'anno), ha dichiarato Clinton, in un'altra intervista ai programmi televisivi domenicali, a «This Week» della ABC. La nomina di un vice presidente, da parte di Hosny Mubarak, non è che «un mero inizio» della lunga lista delle riforme di cui ha bisogno l'Egitto.



El Baradei: gli Stati Uniti «perdono la propria credibilità» nel supporto alla democratizzazione in Egitto «continuando a sostenere» il presidente Hosni Mubarak. Lo ha detto oggi il premio Nobel per la pace ed ex direttore Aiea Mohamed El Baradei in una intervista alla Cbs. «Ho grande rispetto e ammirazione per il presidente Obama - ha detto El Baradei, intervistato dalla CNN dagli studi di Washington in collegamento con la abitazione al Cairo -. Ma ormai è chiaro a tutti che il popolo egiziano non vuole più Mubarak. Per questo Obama dovrebbe fare di più rispetto a quanto fatto finora e chiedere pubblicamente a Mubarak di lasciare».



El Baradei alla piazza: via Mubarak. «Vogliamo far cadere questo presidente»: queste è lo slogan che ritmicamente scandiscono le migliaia di persone presenti nella piazza Tahrir (Liberazione) mentre è arrivato e sta parlando Mohammed el Baradei.



«Indietro non si torna». È quanto ha detto il leader dell'opposizione egiziana, Mohammed ElBaradei, nel corso del comizio che sta tenendo in questi minuti ai manifestanti di piazza Tahrir al Cairo. «Se abbiamo iniziato e siamo arrivati fino a quì - ha affermato - vuol dire che indietro non torniamo: qui comincia una nuova fase».



Sedici carri armati dell'Esercito sono a ridosso di piazza Tahrir, dove da oltre un'ora si sono radunate migliaia di persone. Lo riferisce la rete satellitare Al Arabiya e lo confermano testimoni oculari.



Stamani dopo la seconda notte di coprifuoco gli elicotteri volavano bassi al Cairo, più numerosi dei giorni precedenti. In centro, carri armati e posti di blocco. L'esercito ha chiuso l'accesso a piazza Tahrir, teatro principale delle manifestazioni. La tv mostra arresti di saccheggiatori, fonte di paura, accresciuta dalle evasioni di detenuti.



Migliaia di detenuti sarebbero fuggiti dal carcere di Wadi Natrun, 100 km a nord del Cairo, dopo una rivolta. Secondo fonti della sicurezza, molti sarebbero estremisti islamici. Decine di cadaveri giacciono in strada,nei pressi di un prigione non lontana dal Cairo, che è stata teatro di una rivolta nella notte. Alcuni Fratelli musulmani sarebbero gli evasi da un altro carcere, nei pressi del Cairo. E decine di cadaveri sono stati rinvenuti in strada vicino a una prigione nella capitale, teatro di una rivolta nella notte.



Dopo il Museo Egizio al Cairo, nel Sinai è stato preso oggi d'assalto da saccheggiatori un importante museo archeologico, ad Al Qantara.



Black out delle informazioni. «Le autorità egiziane hanno deciso la chiusura dell'ufficio di Al Jazeera al Cairo e ritirano gli accrediti ai suoi corrispondenti»: lo ha annunciato la stessa tv satellitare in una scritta in sovrimpressione.



È drammaticamente salito a 150 persone uccise. il bilancio dei morti delle proteste in Egitto, rende noto l'emittente televisiva in lingua araba al Jazeera.



L'ambasciata americana al Cairo ha invitato i cittadini statunitensi a lasciare l'Egitto prima possibile. I voli cominceranno domani. La Turchia ha mandato due aerei di linea per portare via i suoi cittadini.



Gruppi di turisti italiani stanno tentando di lasciare Sharm el Sheikh, ma hanno difficoltà a partire. Gli aerei della Egypt Air sono bloccati a causa della mancanza di connessioni alla capitale con voli internazionali. Lunghe code di auto si sono formati sulle arterie che portano all'aeroporto del Cairo.



Ambasciatore italiano: sicurezza al collasso. «La situazione è molto delicata, non solo a Cairo, ma in tutto il paese. È collassato ogni servizio di sicurezza». Lo ha detto a Sky Tg24 l’ambasciatore italiano in Egitto, Claudio Pacifico, spiegando, che ormai non più solo i palazzi ufficiali e istituzionali ma tutti sono esposti a bande criminali, che, con le armi sottratte alla polizia, stanno saccheggiando e terrorizzando l’intero paese. «Si stanno formando - ha spiegato - gruppi di autodifesa. Noi stessi stiamo cercando di difendere l’ambasciata con i carabinieri e con addetti locali trasformati in guardiani».



Quanto agli italiani che si trovano nel paese, ha assicurato l’ambasciatore, «stiamo cercando con tutte le nostre strutture di garantire che escano indenni da questa brutta avventura». Punto di raccolta, ha riferito, è l’Ospedale italiano del Cairo, dove i nostri connazionali che lo richiedono potranno trovare riparo. «Stiamo cercando inoltre -ha detto- di favorire la partenza» di tutti coloro che spaventati vogliono lasciare il paese.





Il premier israeliano Netanyahu ha rotto stamani il silenzio e ha detto di voler garantire la pace trentennale con l'Egitto. Ma per l'oppositore di Mubarak Mohamed El Baradei, premio Nobel per la Pace come capo dell'Agenzia Onu per l'energia nucleare, il tempo del rais «è finito». Serve un «governo di transizione» che riformi la Costituzione in senso democratico e porti il paese alle elezioni.



Fuga dal Cairo dei ricchi egiziani. Esponenti di spicco della nomenklatura egiziana, diplomatici, uomini d’affari ed esponenti dell’elite, ma anche stranieri, europei e arabi, stanno lasciando il paese a bordo di aerei privati. Sono almeno 45 i jet privati, presi a noleggio o di proprietà, decollati dal terminal 4 dell’aeroporto del Cairo oggi.
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