Il marito fedifrago: «Scusa Camilla, ti amo». Città tappezzata di poster

Il marito fedifrago: «Scusa Camilla, ti amo». Città tappezzata di poster
di Francesco Olivo
2 Minuti di Lettura
Domenica 7 Ottobre 2012, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 14:40
ROMA - C’era uno strano affollamento ieri davanti ai muri di Roma. Nessuna passione politica scoppiata all’improvviso e neanche ricerca dell’ultima promozione commerciale. Solo tanta curiosità, legittima peraltro. Non chiamatela morbosità: da ponte Milvio al Tuscolano, dal centro a Boccea, Roma è stata invasa di manifesti con l’appello drammatico di un marito fedifrago alla moglie. Si tratta di una lettera anonima, cioè con nomi senza cognomi, nella quale tale Gianluca implora Camilla, consorte tradita, a perdonare gli errori. L’intestazione è a carattere cubitale: «Camilla, amore mio. Ti devo chiedere scusa».



Da qui comincia una serie di doglianze con toni francamente drammatici: «Chiedo scusa davanti a tutta Roma per essere mancato come marito e come padre». Il perché è spiegato, almeno implicitamente, una riga sotto: «Sono stato travolto da una tempesta superata, ma che mi ha fatto fare molti errori e mi ha fatto dedicare il mio tempo a cose inutili e futili perdendo di vista la cosa più importante che avevo al mio fianco: TU!».



A quale «tempesta» faccia riferimento il pentito non si sa, ma si intuisce che si sia trattata di un tradimento, e la tesi è universalmente condivisa dalle masse incuriosite. Le masse però, intenerite o irritate dal seguito («scusa ai tuoi genitori, alle tue amiche, a nostra figlia» ecc.) si sono divise sul giudizio. «Ma che maniera è?», si indigna Gianfranco, subito bloccato dalla moglie: «E’ romantico, va perdonato». I due passeggiavano a Ponte Milvio, una delle prime zone dove alle 5 gli attacchini hanno affisso l’appello. Leggere le implorazioni di Gianluca a due passi da quello che fu il santuario dell’amore esibito a colpi di lucchetti, emoziona molti.



Anche l’edicolante, si commuove: «Speriamo che serva, con quello che ha pagato». Più cinico un altro: «Avrà pagato comunque meno di quello che costa il divorzio». I soldi sono argomento forse volgare, ma che va fatto: il marito infedele ha sborsato parecchio. Difficile che abbia speso meno di 5 mila euro, visto che la città era tappezzata e che ogni manifesto costa circa 60 centesimi, tra stampa e affissione. Quello che è certo è che si tratta di manifesti abusivi, che non riportano il referente. «E’ una pubblicità» sospetta qualcuno a piazzale Flaminio. Ma l’ipotesi è respinta da Fabrizio Mariani che con la sua Alf Services è uno dei professionisti più seri del settore: «Ci sarebbe stato un riferimento di un responsabile, magari fasullo, ma questi sono palesemente illegali». Ma quello della multa eventuale devi vigili, occhio e croce, è l’ultimo dei problemi di Gianluca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA