Buzzi il 27 giugno 2014, quindi pochi giorni il fermo del carpentiere, in un'intervista alla trasmissione 'Segreti e Delitti' di Canale 5, affermò in maniera chiara che erano stati trovati anche peli di 'Ignoto 1' (e quindi di Massimo Bossetti, secondo gli inquirenti) sul corpo e sugli indumenti di Yara.
In realtà non era vero, tanto che lo stesso Buzzi aveva rettificato. «Non so se mi sono espresso male io, e in tal caso me ne dolgo, oppure se c'è stato un fraintendimento con il giornalista che mi ha posto le domande - disse successivamente -. Ma devo precisare che il confronto tra le formazioni pilifere e il Dna di Ignoto 1 è tuttora in corso, non è concluso».
Oggi l'esito delle analisi su quelle 7 tracce umane trovate sopra e attorno il corpo di Yara è noto: nessuna di esse appartiene all'imputato Bossetti.
Sarebbe invece sua, stando sempre alla scienza e secondo la procura di Bergamo, che per questo lo considera l'assassino della tredicenne di Brembate Sopra, la traccia di dna considerata 'altamente indiziaria' dagli inquirenti perché reperita sugli slip di Yara. Quest'ultima traccia era infatti indicata come 'Ignoto 1', fino al momento dell'arresto di Bossetti: i confronti scientifici hanno appurato che i dna di Ignoto 1 e quello di Bossetti sono gli stessi con una percentuale che sfiora il 100%. Quanto al processo 'parallelo' di oggi, la Procura aveva inizialmente chiesto l'archiviazione per Buzzi, non ravvisando gli estremi per procedere contro il professore. La difesa di Bossetti, composta dallo stesso pool di legali che lo assiste per il caso Yara, si era però opposta e così il gip Marina Cavalleri ha fissato l'udienza in camera di consiglio di oggi.