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Sono 3.906 i malati ricoverati in terapia intensiva, 50 in più rispetto a ieri. Di questi, 1.328 sono in Lombardia. Dei 73.880 malati complessivi, 27.386 sono poi ricoverati con sintomi e 42.588 sono quelli in isolamento domiciliare. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile.
«In calo vittime e ricoveri in terapia intensiva»
Negli ultimi 3 giorni si è verificato un calo sia del numero delle vittime sia dei ricoveri in terapia intensiva, «grandi cambiamenti nell'ordine del 10-15%» che dipendono dalle «misure messe in atto» e da un «sistema sanitario che sta rispondendo», ha detto il pneumologo e membro del Comitato tecnico scientifico Luca Richeldi in conferenza stampa. «Non dobbiamo fermarci ai numeri - aggiunge - ma sono dati che devono far riflettere e ci incoraggiano nel messaggio che con i nostri comportamenti salviamo delle vite».
Sul coronavirus in Italia «c'è stata una impreparazione inevitabile iniziale: i primi dati molecolari ci dicono che circolasse in Italia i primi giorni di gennaio e il primo caso diagnosticato è del 20 febbraio.
Eravamo impreparati, non è colpa di nessuno ed è inutile recriminare». Secondo lo pneumologo «ci siamo trovati di fronte a una situazione senza precedenti, a un virus sconosciuto fino a 3 mesi fa».
«I dispositivi di protezione individuale - ha proseguito - sono una base indispensabile per la protezione degli operatori, ma nelle ultime settimane gli ospedali si sono dotati anche di percorsi dedicati. Non ci aspettavamo così tanti malati e il virus ci ha trovato sguarniti negli ospedali, ora ci sono percorsi pre definiti per i pazienti Covid. Percorsi e procedure sono importanti quanto i dispositivi».