Siria, bombardato ospedale di Aleppo
«Almeno 14 morti, due sono bambini»

Foto di archivio
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Giovedì 28 Aprile 2016, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 11:45
È di almeno 14 morti il bilancio di un bombardamento aereo su un ospedale di Aleppo: lo riferisce Medici Senza Frontiere, che supporta la struttura. Tra le vittime tre medici, tra i quali uno dei pochi pediatri rimasti nella città. L'Ong afferma che l'edificio è stato distrutto.

Secondo gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, un gruppo vicino all'opposizione con sede in Gran Bretagna, il raid ha provocato 20 morti ed è stato eseguito dai jet del regime siriano. Secondo gli attivisti, il raid è stato condotto poco prima di mezzanotte. Tra le vittime si contano almeno due bambini. La protezione civile siriana ha parlato di 22 morti.

«In cinque anni di conflitto in Siria i morti sarebbero 400mila, stime molto più alte di quelle fornite dalle Nazioni Unite che hanno parlato di una forbice compresa tra le 250mila e le 300mila vittime», ha affermato l'inviato delle Nazioni Unite per la Siria Staffan de Mistura in un'intervista alla tv svizzera, stando a quanto riporta la Bbc online. «Questa tragedia deve finire», ha aggiunto, precisando di non avere prove certe per le sue stime.

L'inviato speciale dell'Onu ha fatto appello a Stati Uniti e Russia affinché intervengano «al più alto livello» per ridare forza ai colloqui per la pace in quel Paese, da tempo in fase di stallo. De Mistura non ha indicato una data precisa per la ripresa dei negoziati, ma, parlando ai giornalisti dopo aver riferito per videoconferenza al Consiglio di Sicurezza, ha espresso l'auspicio che i colloqui possano riprendere a maggio. Ha tuttavia suggerito che la ripresa sia preceduta da una riduzione delle ostilità.

La relazione al Consiglio di sicurezza giunge alla fine della terza sessione di colloqui dall'inizio dell'anno. L'opposizione ha sospeso la scorsa settimana il suo ruolo formale nei negoziati indiretti con il governo di Bashar al Assad per protestare contro presunte violazioni governative al cessate il fuoco, la riduzione delle consegne di aiuti umanitari e l'assenza di progressi verso l'auspicato rilascio di detenuti in Siria. 



 
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