Meduse al posto dei germogli di soia
truffa alimentare e rischi per la salute

Meduse al posto dei germogli di soia
Meduse al posto dei germogli di soia
di Luisa Mosello
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Sabato 6 Febbraio 2016, 17:28

GENOVA - Da protagoniste nient’affatto gradite dai bagnanti al mare a piatto forte della cucina ligure? Le meduse ne hanno fatto di strada, a nuoto, per arrivare sulle tavole degli italiani. Peccato che non si son presentate nella loro veste abituale ma sotto mentite spoglie: quelle di germogli di soia o tuberi si senape. Come dire una truffa bella e (mica tanto) buona scoperta dalla Guardia di Genova: meduse contraffatte vendute in alcuni negozi etnici della città. All'interno di confezioni in cui, al posto dei prodotti di origine vegetale indicati nella dicitura in italiano, c’era loro in tutto il loro pruriginoso candore sminuzzate e immerse in una melma gelatinosa in salamoia. L’operazione si è allargata anche alla Toscana fra le province di Firenze e Prato con la collaborazione della Capitaneria di Livorno: qui sono stati individuati gli autori dell'illecito, due importatori cinesi, e state sequestrate ben 4 tonnellate di meduse contraffatte importate illegalmente.

I commercianti  titolari dei quattro negozi controllati sono stati sanzionati con multe di oltre 1000 euro per aver etichettato in maniera scorretta i prodotti in vendita che sarebbero finiti sulle tavole di ignari consumatori magari allergici a un tipo di alimento è sì potenzialmente commestibile ed è cucinato da secoli in Asia, ma che deve essere consumato dopo una serie di trattamenti. Ovvero lunghi processi di disidratazione e una scrupolosa conservazione per cui l’Autorità europea per la sicurezza alimentare non ha ancora dato il via libera a questa alternativa che non manca di qualità nutrizionali perché proteica e ricca di collagene, stando bene attenti ad evitare le specie di meduse tossiche.

Gli importatori  invece sono stati denunciati per trasporto illegale di alimenti (privi di marcatura di conformità Ce) in Italia. Il loro obiettivo: introdurre nel nostro Paese prodotti di origine animali destinati ai ristoranti orientali come se fossero di origine vegetale, per aggirare l’ autorizzazione comunitaria e i minuziosi controlli sanitari che evidentemente non avrebbero superato.

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