Martina, non fu suicidio: "Cadde
per fuggire a una violenza sessuale"

Martina Rossi
Martina Rossi
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Domenica 12 Febbraio 2017, 19:05 - Ultimo aggiornamento: 21:01
AREZZO - La studentessa genovese Martina Rossi sarebbe volata giù dal balcone della stanza 609 dell'hotel Sant'Ana di Palma di Maiorca per sfuggire a un tentativo di violenza sessuale da parte di due giovani aretini, gli stessi per i quali il procuratore della Repubblica di Arezzo, Roberto Rossi, ha chiesto il rinvio a giudizio.

Dopo l'avviso di chiusura indagini Alessandro Albertoni, 25 anni, studente universitario e Luca Vanneschi 26 anni piccolo imprenditore entrambi di Castiglion Fibocchi (Arezzo), dovranno ora difendersi dalla pesante accusa di morte in conseguenza di altro reato, come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura aretina titolare dell'inchiesta poiché, in casi di morte all'estero, è competente la procura dove risiedono gli indagati.



La vicenda ha inizio nell'agosto del 2011 quando la ventenne Martina Rossi va in vacanza con due amiche a Palma di Majorca nelle Baleari. Le ragazze conoscono quattro coetanei aretini: la sera del 3 agosto le amiche escono con Federico Bassetti ed Enrico d'Antonio mentre Martina le aspetta, per non restare sola e fare due chiacchiere, nella camera 609 occupata da Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi. Improvvisamente, e qui la ricostruzione diventa complessa, la ragazza cade dal balcone della camera e muore dopo un volo di 20 metri.

 
 

La procura spagnola apre subito un'inchiesta concludendo però che si trattava di un caso di suicidio, come sostenuto peraltro da una cameriera sentita dagli investigatori del posto. I genitori della giovane non credono alle conclusioni degli spagnoli e insistono presso la procura di Genova che, nel 2012, riapre il caso. Albertoni e Vanneschi vengono ascoltati dalla magistratura in qualità di testimoni. Lasciati da soli in una stanza attrezzata con una microspia i due iniziano a parlare della morte della studentessa. In particolare sarebbero emersi alcuni particolari, fino a quel momento mai venuti fuori, su un presunto tentativo di violenza sessuale.

Sulla base di quanto raccolto il pm Biagio Mazzeo della procura genovese conclude che Martina avrebbe provato a fuggire dalla stanza scavalcando un balcone per raggiungerne quello accanto ma, mancando la presa a causa degli asciugamani bagnati, sarebbe caduta nel vuoto morendo sul colpo.
Tesi peraltro avvallata dalla consulenza fatta eseguire sul corpo di Martina, riesumato nel 2014, che avrebbe evidenziato abrasioni alla spalla e una traiettoria di caduta non compatibile con un suicidio. A questo punto i due aretini vengono indagati inizialmente per omicidio colposo, omissione di soccorso e tentata violenza sessuale. Il caso, per competenza, finisce nelle mani del procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi che, attraverso una serie di consulenze, chiude le indagini chiedendo il rinvio a giudizio dei due giovani. Il pm Rossi sposa la tesi del collega genovese: Martina provò a fuggire a un tentativo di abuso scavalcando il balcone verso un'altra stanza e cadde nel vuoto. Gli altri due ragazzi aretini sono indagati per favoreggiamento.
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