Hotel Rigopiano, i medici: ecco come
si sono salvati i superstiti

Hotel Rigopiano, i medici: ecco come si sono salvati i superstiti
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Venerdì 20 Gennaio 2017, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 20:13
PESCARA - Vite in salvo, ma per fortuite coincidenze. «Le condizioni fortunate che hanno permesso ai superstiti di restare vivi sono state l'avere a disposizione abbigliamento pesante, infatti con le tute da neve si sono coperti. Inoltre non sono stati a contatto con la neve perché la struttura, seppur parzialmente crollata, li ha protetti. Questo ha permesso che non si raffreddassero troppo».

Lo ha detto il primario della rianimazione dell'ospedale di Pescara, Tullio Spina, durante la conferenza stampa per fare il punto sulle condizioni di salute dei tre superstiti dell'hotel Rigopiano già ricoverati in ospedale, Giampiero, Adriana e Gianfilippo Parete. Alla conferenza hanno preso parte, oltre a Spina, il direttore sanitario di presidio, Rossano Di Luzio, il primario di Pronto soccorso, Alberto Albani, e il direttore settore Sanità della Regione, Angelo Muraglia.

LA VIA DI ACCESSO DEI SOCCORSI Un buco profondo nella massa di neve, a monte dell'area piscina e Spa che è l'unica zona dell'albergo non sepolta completamente dalla valanga: uno scavo alto più di un uomo che scende in direzione di una piccola apertura, una sorta di tombino aperto nel ghiaccio grigio, dove si intravvede lo stretto passaggio su un pavimento lastricato in maiolica e più in basso, un solaio con sotto travi, macerie, pezzi di muro. È la «strada» che ha portato i soccorritori verso i superstiti dell'hotel V, e che tuttora è la via seguita per portarli fuori, come hanno testimoniato le immagini del piccolo Parete abbracciato dai vigili del fuoco. La «strada» è stata individuata non a caso, hanno spiegato i soccorritori, ma studiando le mappe dell'hotel e cercando di capire, anche in base alle indicazioni di chi conosceva bene il resort, dove sarebbero potuti essere riuniti il maggior numero di clienti e di personale. Una scelta «soggettiva» che si è aggiunta all'utilizzo dei cani da valanga e degli altri strumenti tecnologici di indagine. E la decisione di andare verso le zone comuni al pian terreno dell'hotel è stata vincente: il primo gruppo di sei persone individuate sotto le macerie, infatti, si sarebbe trovato nella zona ricreativa dell'albergo, dove c'erano il bar e la sala biliardo, come ha spiegato il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta. L'area del «buco» è continuamente presidiata dai soccorritori che, dopo averla pulita dalla neve, hanno formato una specie di ampia trincea nel fronte laterale della slavina.

Anche perché l'attività di ricerca all'hotel Rigopiano procede senza sosta: i soccorritori stanno operando in una situazione particolarmente delicata per estrarre le persone individuate, evitando che le travi dei solai che hanno retto lo schianto della valanga possano ora cedere: dunque si lavora con estrema cautela. In prima fila stanno operando i vigili del fuoco, conducendo un'azione con personale esperto e specifici mezzi. Materiale che viene portato fin a pochi metri dal «buco» con i gatti delle nevi che sfruttano la zona boschiva soltanto lambita dalla valanga e per questo raggiungibile più facilmente.
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