Filippo Turetta, i genitori in lacrime: «Forse voleva sequestrarla, poi gli è scoppiata una vena. Non siamo una famiglia patriarcale»

Nicola ed Elisabetta Turetta parlano del figlio Filippo accusato di omicidio e cercano conforto nella chiesa di Torreglia

Filippo Turetta, i genitori in lacrime: «Forse voleva sequestrarla, poi gli è scoppiata una vena. Non siamo una famiglia patriarcale»
Filippo Turetta, i genitori in lacrime: «Forse voleva sequestrarla, poi gli è scoppiata una vena. Non siamo una famiglia patriarcale»
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Mercoledì 22 Novembre 2023, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 15:32

Nel tardo pomeriggio di ieri, Nicola ed Elisabetta Turetta, genitori del giovane Filippo attualmente in carcere in Germania con l'accusa di aver ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin, si sono recati nella canonica della chiesa di Torreglia in cerca di conforto e risposte. In un dialogo con don Franco Marin, la coppia ha espresso il proprio dolore e smarrimento di fronte alla tragedia che ha colpito la loro famiglia.

La famiglia patriarcale

In un'intervista con Il Corriere della Sera, la coppia si difende dalle accuse che li dipingono come rappresentanti di una famiglia patriarcale, sottolineando il massimo rispetto reciproco e la condanna aperta della violenza di genere. «Non siamo mai stati una famiglia patriarcale, non è quello che abbiamo insegnato a nostro figlio», afferma Nicola Turetta, mentre la moglie Elisabetta, visibilmente colpita dal dolore, fa cenno con gli occhi gonfi dal pianto.

Interrogati sulle proteste contro i femminicidi che si stanno svolgendo in questi giorni, i genitori affermano di provare «un immenso dolore per la povera Giulia» e di essere vicini alla sua famiglia. Si dichiarano devastati per essere stati descritti come genitori inadeguati e una famiglia simbolo del patriarcato.

Il rapporto con la mamma

Il focus della discussione si sposta sul rapporto tra la madre e il figlio maschio, e la coppia difende le normali attenzioni di una madre nei confronti del proprio figlio: «Cosa doveva fare mia moglie? Non stirargli la tuta quando doveva andare a pallavolo? Non preparagli la cotoletta quando tornava? Ha fatto quello che fanno tutte la mamme, io credo», ha detto Nicola Turetta. Rispondendo alle speculazioni sulla sofferenza di Filippo per la fine del rapporto con Giulia, i genitori rivelano di essersi accorti del suo malessere, ma sottolineano che il giovane sembrava tranquillo negli ultimi tempi.  «In questi giorni mi hanno detto che dovevo preoccuparmi se quando andava a letto abbracciava l’orsacchiotto pensando a Giulia. Io davvero non ho dato peso a questa cosa», ha ricordato il padre.

L'omicidio premeditato

Riguardo la possibilità che Filippo avesse premeditato l'omicidio, Nicola Turetta esprime perplessità e ipotizza che la situazione potrebbe essere degenerata in modo inaspettato. La coppia ammette di non poter dare una spiegazione plausibile al gesto del figlio e respinge le accuse di maschilismo e possesso. Sul motivo scatenante del terribile gesto, i genitori ipotizzano che la laurea di Giulia potrebbe essere stata un motivo, ma affermano di non avere dettagli in proposito. «Forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. [...] Secondo noi, gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione».

Filippo in Germania

La coppia rivela di non aver ancora potuto parlare con il figlio e si dice pronta a organizzare un viaggio in Germania se non verrà riportato in Italia nei prossimi giorni. Infine, Nicola Turetta ammette che, nonostante il desiderio che le cose fossero andate diversamente per il figlio, dovrà pagare per le sue azioni, ma resta sempre il loro figlio. «Secondo noi era in stato confusionale. Ha vagato senza una meta, non è tornato perché probabilmente aveva paura. Segno che non aveva un piano. Noi, almeno, ci siamo fatti questa idea», dice. La famiglia Turetta esprime infine la propria solidarietà e dolore nei confronti della famiglia di Giulia Cecchettin, mentre Nicola non riesce a trattenere le lacrime, sottolineando il profondo impatto emotivo di questa tragica vicenda.

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