«La paziente, apparentemente ubriaca, era in casa con alcuni parenti e temeva che le colleghe della guardia medica volessero procedere col Tso, così ha chiamato il suo primario e poi ha preso a schiaffi la dottoressa che cercava di ostruirle l'accesso al balcone - spiega Domenico Crisarà, segretario generale della Fimmg Veneto - La polizia ha verbalizzato tutto, certificando le lesioni. La collega aggredita ha finito il turno ed è andata al pronto soccorso il giorno dopo. L'Usl si è limitata a dirle che la tutela legale non è contemplata dal contratto, per il resto in questi giorni non si è fatto vivo nessuno. Il giorno dopo invece la donna che l'ha picchiata era regolarmente in sala operatoria».
Per Crisarà, la dottoressa aggredita «è stata abbandonata a se stessa.
L'Usl non può limitarsi a rispondere così, deve farsi parte attiva e se la vittima deciderà di sporgere denuncia per le lesioni subite dovrà costituirsi parte civile. Proprio in questi giorni volevamo prolungare l'accesso all'ambulatorio della guardia medica fino a mezzanotte, ma vista la situazione ci vediamo costretti ad abbandonare la trattativa. Non si può lavorare così, anche perché stiamo parlando di un intervento nell'abitazione di una professionista».