Covid, ecco gli effetti della variante Pirola e JN.1: boom di contagi, picco tra Natale e Capodanno?

Covid, gli effetti della variante Pirola e JN.1: i sintomi e il picco di contagi tra Natale e Capodanno, il punto dal Lazio alla Lombardia
Covid, gli effetti della variante Pirola e JN.1: i sintomi e il picco di contagi tra Natale e Capodanno, il punto dal Lazio alla Lombardia
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Sabato 16 Dicembre 2023, 13:17

Covid, il picco tra Natale e Capodanno? Gli effetti della variante Pirola, della variante JN.1 e il punto regione per regione. «Ci stiamo avvicinando al picco di incidenza in molte regioni: se guardiamo il tasso di positività e non l'incidenza, ad esempio l'Emilia Romagna, sono tre settimane che più o meno fa sempre lo stesso tasso di positività». Dice all'Adnkronos Salute Antonello Maruotti, ordinario di Statistica dell'Università Lumsa e co-fondatore dello StatGroup19, gruppo interaccademico di studi statistici sulla pandemia di Covid 19, commenta i dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia Iss-ministero della Salute. «Ed era una delle regioni attenzionate in cui soprattutto negli ospedali c'era un pò più di corsa al rialzo. In Lombardia questa settima c'è stato un calo evidente di contagi che ha fatto rallentare il dato nazionale, collegato probabilmente a quello dei tamponi. Ci sono regioni come il Lazio invece in cui la crescita dei casi è ancora sopra il 30% e le ospedalizzazioni salgono in modo lineare. Diciamo che a livello nazionale ci stiamo avvicinando al picco di incidenza che porterà poi a un picco di ospedalizzazioni probabilmente dopo Natale, perché ancora i ricoveri non solo a livello nazionale ma in quasi tutte le regioni si stanno avvicinando velocemente al picco. Ipotizzabile quindi tra Natale e Capodanno».

L'incognita feste

«C'è l'incognita delle feste, quello che si nota è che al Nord l'ondata Covid era ripartita prima come tante altre volte e si ferma prima, quindi diciamo che quest'ondata che è partita forse una settimana dieci giorni prima al Nord che al Centro-Sud si fermerà una settimana dieci giorni al Centro-Sud», conclude. Maruotti.

I ricoveri

«Gli indicatori epidemiologici riflettono un lieve decremento della trasmissibilità virale, che fa ben sperare circa la possibilità che si riducano sia la mortalità che il tasso di ospedalizzazione, anche se quest'ultimo al momento resta contenuto. Questo risultato potrà essere ulteriormente migliorato se continuiamo a proteggere anziani e fragili sia con la vaccinazione che con l'accesso precoce alle terapie antivirali. È pertanto indispensabile, proprio per garantire le terapie più appropriate, che gli ospedali attivino o potenzino percorsi sempre più ampi di sorveglianza epidemiologica con la ricerca di tutti i microorganismi, sia virali che batterici.» Lo afferma il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia, nella nota di accompagnamento al bollettino settimanale sull'andamento della situazione epidemiologica da Covid-19 relativo alla settimana 7-13 dicembre 2023. Dal bollettino del Ministero- Iss emerge che nel periodo di riferimento (7-13 dicembre) sono stati 56.404 i nuovi casi positivi, in calo del 3,8% rispetto alla settimana precedente quando erano 58.637. Le vittime sono 316, (+1%) mentre sono 279.323 i tamponi effettuati, in calo dell'1,9%. Il tasso di positività è del 20,2%, in lieve flessione ( -0,4%). Il tasso di occupazione in area medica relativo al 13 dicembre è pari all'11,9% (7.426 ricoverati) rispetto al 10, 7% (6.668 ricoverati) del 6 dicembre. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 2,7% (240 ricoverati), rispetto al 2,5% (219 ricoverati) del 6 dicembre.

Variante Pirola e la sottovariante

È la "famiglia Pirola" a crescere maggiormente in Italia e in particolare la sottovariante JN.1, che ha attirato l'attenzione degli esperti e delle autorità internazionali per la sua trasmissibilità e la possibile fuga immunitaria. In base ai dati di sequenziamento disponibili nella piattaforma nazionale I-Co-Gen - si legge - nelle ultime settimane di campionamento consolidate (dati al 4 dicembre) si continua a osservare una predominanza di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB. Tra questi, la variante d'interesse EG.5 o Eris, con diversi sotto-lignaggi, si conferma maggioritaria. In crescita la proporzione di sequenziamenti attribuibili alla variante d'interesse BA.2.86 (Pirola), e in particolare al suo sotto-lignaggio JN.1.

La variante JN.1, i sintomi

Nel caso della variante JN.1, i soggetti contagiati sembrano manifestare principalmente sintomi correlati alla gola, tra cui faringite persistente.

Stando al monitoraggio condotto da Zoe Health Study (un progetto di ricerca sanitaria della società britannica Zoe Limited) il sintomo più comune di questa nuova variante sembra infatti essere il mal di gola. È bene quindi prestare attenzione a sintomi come dolore o bruciore alla gola, anche in assenza di febbre. Altri elementi tipici della sintomatologia della variante JN.1 sono associati alla faringite e includono congestione nasale, tosse persistente e mal di testa. Bisogna quindi prestare quindi attenzione a questi segnali, oltre a tenere a mente i sintomi “tradizionali” del Covid: febbre e spossatezza, eventuale perdita di gusto e/o olfatto e mancanza di respiro, anche se questi ultimi sembrano verificarsi in un numero limitato di casi.

Il vaccino

Secondo i dati del Ministero della Salute elaborati dalla Fondazione Gimbe, il virus sta «rialzando la testa» e nell'ultimo mese sono raddoppiati i decessi, con 881 casi tutti a carico degli over 80. «Numeri allarmanti - mette in guardia Ungar - che dovrebbero convincere gli ultra 80enni a mantenere alta la copertura con richiami ripetuti. Invece, i grandi anziani si tengono alla larga dalla quarta e quinta dose del vaccino: solo il 7% degli over 80 e meno del 6% di chi è tra i 69 e i 79 anni, ha fatto il richiamo. Tutto ciò, nonostante i recenti dati del Centro europeo per la prevenzione delle malattie dovrebbero spingere gli anziani a scoprire il braccio». La vaccinazione è strumento salvavita non solo per Covid e influenza, ma anche contro la polmonite da pneumococco e l'herpes zoster, due patologie che presentano elevati livelli di ricoveri e mortalità negli over 65.

Come comportarsi a Natale

Da giorni sono iniziate le cene e i cocktail per Natale, eventi dove si riuniscono tante persone che si scambiano auguri, strette di mano, baci e abbracci. Con i contagi Covid in ripresa da settimane, la mondanità con centinaia di persone concentrate al chiuso potrebbe diventare un rischio. Soprattutto dopo che in molte strutture sono state tolti i dispenser con l'igienizzante per le mani. Solo qualche anno fa i 'totem' si trovano ovunque. «In questi giorni non dimenticare le norme igieniche che abbiamo ben conosciuto durante la pandemia, a partire dal lavaggio delle mani e solo nel caso non si possano lavare utilizzare gli igienizzanti», sottolinea all'Adnkronos Salute il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Francesco Vaia ricordando i comportamenti corretti da rimettere in campo durante questi giorni. Secondo Federfarma, le vendite in farmacia di igienizzanti e di mascherine «sono in leggera ripresa in queste settimane» in cui il Covid ha rialzato la testa. Igienizzare le mani è importante «quando si trascorre molto tempo fuori casa, in luoghi pubblici e, soprattutto, nell'attuale contesto epidemico da Sars-CoV-2 - ricorda il ministero sul proprio sito - Con l'igiene delle mani è possibile rimuovere i germi patogeni presenti sulla cute, attraverso un'azione meccanica. Ma non basta aprire il rubinetto e passare le mani sotto il getto dell'acqua per eliminare il problema. Serve utilizzare il sapone e l'acqua corrente; è meglio usare sapone liquido contenuto in un dosatore, rispetto alla saponetta, dove per contatto possono rimanere i nostri germi; il sapone liquido non è esposto all'aria e quindi non permette ai germi di proliferare, come invece può accadere sulla superficie della saponetta; poi il sapone su entrambi i palmi delle mani e strofinare sul dorso, tra le dita e nello spazio al di sotto delle unghie (dove si annidano più facilmente i germi) per almeno 40-60 secondi» . In assenza di acqua, come può accadere quando si è fuori casa, il ministero sottolinea che si può ricorrere «ai cosiddetti 'hand sanitizers' (igienizzanti per le mani), a base alcolica. Con gli igienizzanti a base alcolica sono sufficienti 20-30 secondi per igienizzare le mani. Questi prodotti vanno usati quando le mani sono asciutte, altrimenti non sono efficaci».

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