Brexit, petizione per nuovo referendum
supera il milione e mezzo di firme

Brexit, petizione per nuovo referendum supera il milione e mezzo di firme
di Antonio Bonanata
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Sabato 25 Giugno 2016, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 19:11
Ad appena 24 ore dalla proclamazione ufficiale del risultato del referendum che ha sancito la Brexit, ovvero l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, il fronte del “Remain” si è già mobilitato per mettere in atto azioni che scongiurino uno scenario ancora difficile da accettare per molti cittadini britannici: è stata infatti avviata una raccolta di firme che cambi la legislazione dei referendum consultivi, per cui se un voto registra un’affluenza inferiore al 75 per cento, la tornata elettorale si deve ripetere, invalidando il risultato dell’elezione. Un passo discutibile che però esprime il disagio che in queste ore serpeggia nel paese, tra i molti che speravano fino all’ultimo in una vittoria degli europeisti.

Nello specifico, la petizione riguarda i referendum sull’Unione europea e chiede al governo di stabilire la regola per cui, se si raggiunge una maggioranza inferiore al 60 per cento, con un’affluenza sotto quota 75 per cento, la consultazione dovrà ripetersi. Finora sono state raccolte più di un milione e mezzo di firme nelle principali città d’Inghilterra, a Brighton, a Oxford, a Cambridge, a Manchester e a Londra. Nella capitale la maggioranza degli inglesi si è schierata per restare nell’Unione: su 33 borghi, in 28 ha vinto il “Remain”. Così come in Scozia, dove gli elettori si sono pronunciati in massa per l’Europa e che ora chiedono di indire un secondo referendum sull’indipendenza della loro nazione dal Regno Unito. Il referendum di giovedì, stando alla petizione presentata, dovrebbe essere ripetuto: l’affluenza si è fermata al 72 per cento, ma la maggioranza dei voti per l’uscita dall’Ue ha totalizzato il 52 per cento (17.410.742 di voti), contro il 48 del fronte filoeuropeo (16.141.241 di schede), ben al di sotto quindi della soglia di riferimento che si vuole fissare per rendere valide le consultazioni (il 60 per cento).

Le petizioni rivolte al governo britannico, per poter essere discusse da Westminster, devono essere firmate da almeno 100 mila cittadini: in questo caso, si è andati ben al di là del minimo richiesto. Venerdì mattina il sito del governo è stato bloccato per il gran numero di contatti che cercavano di collegarsi alla pagina della petizione. Se quindi è sicuro che il Parlamento esaminerà la richiesta, non è chiaro se, nel caso in cui questa regola dovesse entrare nell’ordinamento del Regno Unito, possa avere valenza retrospettiva, e quindi vanificare il risultato del referendum di giovedì scorso. Inevitabile, il dibattito sull’eventualità che l’esito della Brexit venga compromesso si è trasferito sui social, raggiungendo toni molto aspri: coloro che si sono detti contrari a rivedere le regole sui referendum consultivi hanno accusato i promotori della petizione di “insultare la democrazia”.

Un tweet fra i tanti: “Al di là di come la si pensi sul risultato, buono o cattivo che sia, il popolo si è pronunciato.
Accettatelo e mettetevi il cuore in pace!”. Va ricordato che anche Nigel Farage, il leader del partito euroscettico Ukip, un mese fa – quando sembrava che lo schieramento pro-Ue fosse in vantaggio – aveva accarezzato l’ipotesi di indire un secondo referendum se la vittoria del “Remain” sul “Leave” fosse stata di misura. Ma c’è anche un’altra petizione che in queste ore accende discussioni e scontri: a Londra circa 100 mila cittadini si stanno mobilitando per fare in modo che la capitale del Regno Unito, dove il “Remain” è risultato nettamente prevalente, si stacchi amministrativamente dalla Gran Bretagna e resti nell’Ue. Nel testo, rivolto al neo-sindaco Sadiq Khan, si legge che Londra è una “città internazionale” e vuole restare nel cuore dell’Europa.


Intanto la nuova petizione ha superato il milione e mezzo di firme nella mattina di sabato. Lo si legge sul sito del governo britannico dove sono pubblicate tutte le petizioni che poi vengono sottoposte alla commissione incaricata di valutarle per eventualmente sottoporle al parlamento.

Sul sito petition.parliament.uk le firme aumentano di minuto in minuto. Per dare la propria adesione alla proposta basta cliccare su 'sign the petition' e compilare tutti i campi. Naturalmente possono firmare solo i cittadini britannici e i residenti nel Regno Unito. Secondo la mappa pubblicata sul sito, la più alta concentrazione si trova nelle principali città della Gran Bretagna, Londra in testa.
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