Bomba sventra un palazzo abitato
da 4 famiglie: tragedia sfiorata

Bomba sventra un palazzo abitato da 4 famiglie: tragedia sfiorata
di Maurizio Capozzo
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Lunedì 2 Gennaio 2017, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 16:02

SAN GIORGIO A CREMANO. Un'ora dopo la mezzanotte, il peggio sembrava essere passato.





La furia dei botti di Capodanno aveva lasciato il posto al silenzio della notte quando un nuovo boato ha fatto tremare le mura di una palazzina a via San Martino, centro cittadino non molto distante dal palazzo comunale.

 

 
 
Un potente ordigno è esploso nelle vicinanze dell'androne di uno stabile nel parco Tre Pini. Enorme lo spavento per la quattro famiglie che all'interno dello stabile avevano appena terminato i festeggiamenti per il nuovo anno. Immediato l'allarme a polizia, carabinieri e vigili del fuoco che nel giro di pochi minuti hanno raggiunto via san Martino dove si temeva il peggio, anche perché la deflagrazione era stata avvertita in tutta città.

La scena che si è presentata davanti ai soccorritori è stata devastante: l'ingresso dello stabile ridotto ad un cumulo di macerie e decine di persone in preda al panico per il timore di crolli. I vigili del fuoco hanno provveduto immediatamente a sgomberare l'edificio per le prime verifiche. Dopo gli accertamenti di rito da parte dei tecnici, un'ala del fabbricato è stata dichiarata inagibile e quattro famiglie sono state allontanate dalla loro abitazioni ed hanno trovato sistemazione presso parenti ed amici. Saranno necessarie più approfondite verifiche nelle prossime ore per capire se l'esplosione abbia causato danni seri alla struttura.

Ancora da chiarire chi abbia posizionato l'ordigno e dove sia stato collocato di precisione. Si cerca di fare luce sull'accaduto grazie al racconto dei testimoni. Di certo risulta che la violenta esplosione ha divelto la porta d'ingresso di un appartamento al piano terra della palazzina e mandato in frantumi tutti i vetri della case vicine. Evidenti anche i danni provocati dallo scoppio ad un pilastro posto nell'ingresso dello stabile. Per gli inquirenti pare si sia trattato del folle gesto di qualcuno che, senza rendersi conto della potenza esplosiva dell'ordigno confezionato artigianalmente, abbia pensato di farlo esplodere nell'androne del palazzo dove la potenza è stata evidentemente amplificata.