Giallo sull'assistente del Papa morta
spunta un uomo misterioso

Guardie svizzere in Vaticano
Guardie svizzere in Vaticano
di Marco De Risi e Paola Vuolo
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Mercoledì 24 Febbraio 2016, 12:37 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 10:12

È morta in solitudine, per giorni nessuno l’ha cercata e si è preoccupato per lei. C’era un segreto nella vita di Miriam Woldu, un uomo misterioso conosciuto in Vaticano, un addetto alla sicurezza di Papa Francesco. La donna, separata da oltre un anno nascondeva il nuovo amore, ma una vicina lo aveva visto una sera di sfuggita, «alto, elegante, capelli tagliati a spazzola come li portano i militari, aveva un mazzo di fiori in mano». Ma nemmeno lui, forse il padre del bambino che doveva nascere, si è accorto del silenzio di Miriam, la sua morte risale ad alcuni giorni prima del ritrovamento. Ieri l’uomo è stato ascoltato dai carabinieri, è stato lui a chiamarli raccontando che non ha potuto fare nulla per Miriam perché era fuori, in missione all’estero. Anche il Papa quando ha saputo della sua morte non voleva crederci.

IL RITROVAMENTO
Il corpo di Miriam Woldu 34 anni, italiana di origini eritree impiegata alla reception di Santa Marta, la residenza del Papa, è stato trovato dal fratello venerdì scorso nella sua casa alla Pisana, alla periferia di Roma. La donna era incinta di sette mesi, probabilmente è morta per un coma diabetico. 
 
Miriam era a casa in malattia da qualche settimana, la sua era una gravidanza difficile. Venerdì sera il fratello preoccupato perché non rispondeva al telefono da un paio di giorni ha chiamato i carabinieri. Le pattuglie sono arrivate in via Cesare Pascoletti, la porta dell’appartamento dell’impiegata del Vaticano era chiusa a chiave dall’interno. I vigili del fuoco hanno sfondato la serratura trovando il cadavere di Miriam in camera da letto. La donna era vestita, sul corpo non c’erano segni di violenza, e la porta chiusa a chiave dall’interno ha fatto escludere quasi subito ai carabinieri l’ipotesi di un omicidio. 

L’AUTOPSIA
L’impiegata doveva seguire una terapia a base di insulina, il diabete rendeva complicata la gravidanza. I primi risultati dell’autopsia confermano la morte per cause naturali. Gli esami saranno effettuati anche sul feto. La Procura ha aperto un’inchiesta, i carabinieri hanno sequestrato la documentazione medica trovata in casa della donna e l’apparecchio che serve ai diabetici per dispensare l’insulina. I magistrati vogliono scoprire se ci sono state negligenze da parte dei medici che avevano in cura Miriam, ed è probabile che venga ipotizzato il reato di omicidio colposo.

Sarà analizzato anche l’apparecchio dell’insulina, non è escluso che la pompa si sia rotta non erogando più il medicinale. Anche il Vaticano ha chiesto alle autorità italiane di chiarire le cause della morte dell’impiegata.
«Era una bella donna, amava la musica, ascoltava canzoni sudamericane, mi sembrava sola». É una vicina a raccontare la vita di Miriam , la stessa che ha visto l’uomo misterioso portarle dei fiori. La vicina ricorda di avere incrociato l’uomo una sera sulle scale «lei lo ha fatto entrare». Ma l’inquilina ricorda anche di avere sentito spesso Miriam litigare al telefono con qualcuno «forse un uomo, erano liti furibonde». 

L’appartamento dove Miriam si era trasferita da circa un anno è un piccolo residence alla periferia della capitale. La casa ora è sotto sequestro, ed è stata sequestrata anche la sua Citroen. 

LE TESTIMONIANZE
Sul portone del palazzo c’è la lettera di una condomina e dell’amministratore, invitano i residenti a fare una colletta per aiutare la famiglia di Miriam con le spese del funerale. «La notte del ritrovamento del corpo - ricorda il portiere - sono arrivati i genitori e il fratello, erano disperati». «Ma come si può morire così?» Dice un’altra vicina «è come se tutti si fossero dimenticati di lei, nessuno si è preoccupato di venirla a trovare, eppure era incinta di sette mesi.

Miriam sapeva che con il diabete rischiava nel portare avanti la gravidanza, qui abita un infermiere, le avevo detto di rivolgersi a lui in qualsiasi momento». Miriam Woldu, l’impiegata che in Vaticano ricordano «sorridente e con un grande amore per la musica», non è riuscita a chiedere aiuto. È morta insieme al suo bambino in un minuscolo appartamento alla periferia della città. 

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