Neurochirurgia di Torrette, un reparto all’avanguardia: attestati di stima anche dall'Europa e dagli Stati Uniti

Il prof Maurizio Iacoangeli, direttore della Clinica Universitaria di Neurochirurgia
Il prof Maurizio Iacoangeli, direttore della Clinica Universitaria di Neurochirurgia
di Filippo Cotroneo
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Martedì 7 Dicembre 2021, 09:15

ANCONA - La neurochirurgia è un fiore all’occhiello nella regione Marche. Il reparto degli Ospedali Riuniti di Ancona è centro di riferimento regionale anche per le patologie complesse neurochirurgiche. Nel periodo Covid19, un paziente speciale ultra centenario: è la dimostrazione che le tecniche chirurgiche mini-invasive all’avanguardia permettono operazioni straordinarie.


Anche l’Europa e l’America applaudono al reparto marchigiano. «In molti scelgono la nostra equipe per gli interventi di patologie complesse del sistema nervoso centrale e periferico e della colonna, e altrettanti sono i professionisti che ci affidano i loro pazienti – afferma il prof Maurizio Iacoangeli, direttore della Clinica Universitaria di Neurochirurgia dell’Università Politecnica delle Marche e primario della Neurochirurgia degli Ospedali Riuniti delle Marche – Teniamo corsi pratici di dissezione internazionali e, sull’aspetto della formazione ai neurochirurghi siamo considerati, in Italia, tra i pionieri dei corsi di dissezione anatomica sviluppati contemporaneamente su modellini per la simulazione virtuale e su cadavere; corsi sia ad Ancona sia al Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, con cui vi è una stretta collaborazione clinico-assistenziale e di ricerca, così come con gli altri ospedali della nostra rete formativa regionale.

L’equipe ha accolto ad Ancona il XXIV Congresso AINO (Associazione Italiana di Neuro – Oncologia), con Presidente il prof. Iacoangeli: «l’occasione ha consolidato i rapporti tra i neurochirurghi del mondo, infatti il dialogo e la discussione collegiale sono continui e costantemente ci confrontiamo per affrontare al meglio delicate situazioni di pazienti che ogni neurochirurgo ha nella propria sala operatoria». 
Il reparto conta uno staff operativo di sei medici neurochirurghi e dodici specializzandi. È interessante notare «l’incremento netto di coloro che scelgono di sviluppare la tesi universitaria inerente la branca della neurochirurgia ed entrare nel reparto di Torrette».


«Ogni anno ospitiamo “fellowship”, anche dagli Usa e dall’Europa: i “fellow” sono specializzandi all’ultimo anno o neo-specialilisti che vengono nel nostro reparto, per un periodo di almeno sei mesi, per il perfezionamento ultimo delle loro competenze principalmente sulla chirurgia del basicranio e sulla patologia ipofisaria».

Essere un centro all’avanguardia e di riferimento «è stato possibile grazie ad un lavoro di squadra, sviluppato nel tempo, di Regione Marche, Direzione Ospedaliera, Univpm e Rettore. Il dialogo sinergico che è sempre stato costante negli anni ha permesso di avere strumentazioni all’avanguardia, come ad esempio per la chirurgia mini-invasiva, e, aspetto di fondamentale importanza, personale qualificato e multispecialistico».


Il periodo Covid19 non ha, e non sta influendo, in maniera significativa, sull’attività operatoria. «Il reparto di neurochirurgia ha il più alto grado di percentuale di urgenze, e occorre agire sempre in modo tempestivo quando è necessario un intervento – sottolinea il direttore prof. Iacoangeli - Il tempo, in neurochirurgia, è una risorsa molto preziosa ed è necessario non attendere per entrare in sala operatoria: anche se vi è solo una minima possibilità di migliorare le cose, si deve operare subito, molte volte questo è un elemento essenziale per evitare future gravi disabilità». Tra i pazienti speciali, a dimostrazione che il cervello è un organo vitale che va sempre valorizzato e non sottovalutato quando l’età avanza, spiccano una donna di 97 anni e un uomo di 101 anni. «Sono state due recenti operazioni su un ematoma celebrale ed un tumore dell’orbita, dopo i quali i pazienti erano in perfetta forma».

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