San Benedetto, via Lombardia in tilt
Notti insonni a causa dei Pokemon

Un quartiere in tilt per la mania Pokemon
Un quartiere in tilt per la mania Pokemon
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Giovedì 28 Luglio 2016, 07:45
SAN BENEDETTO La protesta sugli schiamazzi notturni arriva da dove proprio non te lo aspetti. Siamo in via Lombardia, all’ombra del palazzo comunale. Abbastanza distanti dal traffico di viale De Gasperi da poter dire che, ina volte che chiudono gli uffici, lungo quella strada non succede praticamente nulla. Se poi si aggiunge che, in fondo alla via, c’è una casa di cura il quadro è completo. Fino a quando non sono arrivati i Pokemon. 
Quelli dell’applicazione della quale, ormai, sembra davvero impossibile non parlare. Ed anche la Riviera non è esente dal fenomeno. Perché pare che la Niantic, la casa che ha ideato il milionario progetto dell’app, abbia piazzato in quella via i più “pokestop”, vale a dire dei punti di ristoro virtuali per i “cacciatori” di Pikachu e compagni. «Questo assembramento di punti di interesse – spiegano i residenti - ha trasformato una stradina quieta, che dopo il tramonto veniva usata praticamente solo d chi ci abita, in un centro nevralgico per i giocatori di Pokémon Go che vanno e vengono costantemente a tutte le ore del giorno e della notte». Così alcune tra le persone che abitano in zona parlano di una situazione diventata insostenibile. «La cosa che sconvolge di più – spiegano - è che si tratta per lo più di adulti. Trentenni che con le loro auto e moto accostano, lasciando il motore acceso fintanto che giocano nell’area. Non si tratta solo del traffico costante, fastidioso a tarda ora specie quando si tratta di motorini modificati che producono un frastuono assordante ma anche il costante schiamazzare che echeggia per la via mentre queste persone si muovono avanti e indietro per l’area, parlando ad alta voce e, qualche volta, arrivando anche a veri e propri episodi di vandalismo, con bottiglie spaccate per diletto per terra o persone che scambiano l’accesso al parcheggio sotterraneo del Comune per un urinatoio». E qualcuno parla già di fare causa alla casa distributrice dell’App.
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