Lui è di San Benedetto, lei di Porto San Giorgio: erano al matrimonio di Pistoia dove ha ceduto il solaio. «Potevamo morire»

Lui è di San Benedetto, lei di Porto San Giorgio: erano al matrimonio di Pistoia dove ha ceduto il solaio: «Potevamo morire»
Lui è di San Benedetto, lei di Porto San Giorgio: erano al matrimonio di Pistoia dove ha ceduto il solaio: «Potevamo morire»
di Domenico Ciarrocchi
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Martedì 16 Gennaio 2024, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 11:54

SAN BENEDETTO «È stato un incubo. Un incubo vero. Polvere, calcinacci, urla di gente. Non ci siamo più sentiti letteralmente la terra sotto ai piedi come in un sogno in cui stai cadendo nel vuoto, ma poi ti svegli e capisci che è la realtà». Giulia Sbattella è originaria di Porto San Giorgio, vive a Firenze con il marito, il sambenedettese Gionata Di Matteo. Lei è professoressa di Lettere, lui sarto da uomo. Hanno una bimba piccola, Beatrice, appena 7 mesi. E il loro pensiero è andato subito a lei che, per fortuna, al momento era in un’altra sala: «Avrebbe potuto morire», racconta la donna.

I particolari

La coppia è stata fra gli involontari protagonisti del crollo del solaio durante una festa di matrimonio a Pistoia.

All’improvviso si è aperta una voragine sotto i piedi di decine di invitati che sono precipitati al piano di sotto. La cerimonia era in corso all’interno del Convento di Giaccherino, in quello che dovrebbe essere l’ex refettorio, alle porte della città toscana, e il pavimento ha ceduto di schianto durante la serata di sabato scorso. In tutto 35 i feriti, di cui 6 gravi (3 in terapia intensiva) su 170 invitati, molti dei quali in quel momento stavano ballando. Lei è finita all’ospedale, per lui ferite più lievi. Ma la paura è stata davvero tanta. L’antico solaio ha collassato all’improvviso, trascinando nel vuoto gli ospiti.

«Abbiamo fatto - riprende la giovane mamma, 28 anni - un volo di almeno 6 metri, non si arrivava mai a terra. Quando siamo caduti era tutto buio, avevamo la polvere negli occhi, i calcinacci sopra e sotto di noi. Sentivo le urla e i pianti. Mio marito mi chiamava e non mi trovava, io non riuscivo a rispondergli, perché non respiravo bene». Poi, a mano a mano, il ritorno alla normalità. O quasi. «Appena mio marito mi ha trovato - ricorda - mi ha tirata fuori dalle macerie e, anche se avevamo dolori in tutto il corpo, siamo scappati subito fuori per paura che cadessero altri pezzi di pavimento e quindi siamo rimasti al freddo ad aspettare i soccorsi. I soccorritori prima hanno visitato e portato via i feriti più gravi, poi ci hanno portato con l’ambulanza all’ospedale San Luca di Lucca, perché Prato, Pistoia e Pisa erano già pieni».

Le condizioni

Il marito ha subito una «botta violenta alla schiena, ha dei punti sotto al mento, ferite ed escoriazioni sul corpo ma, per fortuna, nulla di rotto. Io, invece, ho 4 costole rotte e una vertebra avvallata. I medici mi hanno detto che ho subito un trauma cranico e un colpo al polmone che mi impedisce di respirare bene. Ora dovrò stare a letto per un mese, non posso muovermi, mi debbono anche imboccare». Nel dramma, la buona notizia. «Anche se siamo doloranti - conclude - dobbiamo ringraziare il Signore che nostra figlia non fosse nella stanza con noi in quel momento, ma in un’altra sala della villa con una nostra amica». Intanto proseguono le indagini: la Procura di Pistoia ha sequestrato l’immobile e aperto un’inchiesta per crollo colposo.

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