Cede la cintura, muore a 27 anni al luna park
Marche sotto choc, mistero elastici sostituiti

Cede la cintura, muore a 27 anni al luna park Marche sotto choc, mistero elastici sostituiti
di Emanuele Coppari
4 Minuti di Lettura
Domenica 16 Luglio 2017, 00:27 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 11:25

 

 


SAN BENEDETTO - «Maria, sto volando». Gridava Francesca, con tutto il fiato che aveva in gola. E non per l’adrenalina della palla lanciata a tutta velocità, il suo era un urlo di terrore perché sentiva che la protezione non aveva retto, ed era proiettata fuori dalla sfera, rassegnata al suo volo di morte. Francesca Galazzo aveva 27 anni, il figlioletto di due è stato spettatore inconsapevole della crudele acrobazia del destino che le ha tolto la mamma. Venerdì sera Francesca aveva portato anche lui al luna park dove ha voluto realizzare un desiderio. È entrata nello Sling Shot come in un sogno: provare l’ebbrezza di essere sparati in cielo. È svanito nell’incubo della fine di tutto. 


A San Benedetto la tragedia lascia una bimbo senza madre, i genitori straziati e increduli, gli amici sconvolti, e una domanda: come è potuto succedere? Cercherà di capirlo il pm di Ascoli Mara Flaiani che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo per ora a carico di ignoti e che ieri ha messo sotto sequestro la giostra. Ma non è ancora il tempo delle risposte. Ora scorrono le lacrime e le immagini della tragedia davanti agli occhi di Maria Luce. Ha 21 anni, a lei la giovane mamma ha rivolto quell’ultimo disperato appello diventato in una manciata di secondi una frase di addio. Venerdì sera verso le 23 prendono posto una accanto all’altra sull’attrazione da brividi che spara la cabina a 55 metri di altezza nel soffio di un secondo. L’addetto al controllo prima del lancio le scambia di seggiolino, per equilibrare meglio il peso. Altro ricamo del caso in questo agghiacciante intreccio di fatalità. Cinture allacciate, l’elettromagnete fa decollare con tutta la sua potenza la capsula gravitazionale a venti metri di altezza. Poi la discesa e un altro slancio di catapulta incontro alle stelle.

Il coro dei gridolini di gioia per la gara vinta con il coraggio è superato dall’urlo lancinante di Francesca. «Sto cadendo», racconta in diretta il suo orrore per la caduta libera. Qualcuno dice di averla vista durante le evoluzioni della sfera mentre tentava disperatamente di tirare dentro una gamba e forse a quel punto alle sue spalle si è aperto il roll bar che era agganciato alla barra orizzontale di protezione. Ed è stata la sua sentenza di morte. Francesca tenta di restare aggrappata all’imbracatura imbottita, ma quando la capsula ruota di 360 gradi non regge e molla la presa. Gli amici e le decine di spettatori seguono la traiettoria verso il suolo con lo sguardo sbarrato dal terrore. L’impatto è devastante. Un colpo sordo sui gradini in alluminio di accesso al gioco, poi di rimbalzo sul terreno. I soccorsi fanno prestissimo ad arrivare, la Potes è lì vicina. Ma ormai il cuore di Francesca ha smesso di battere, non poteva sopportare le lesioni devastanti.

Insostenibile è il dolore, che nelle ore immediatamente successive al dramma rivaleggia con l’incredulità. Lo sgomento apre crepe nella corazza da pescatore del papà Antonino, che non riesce a darsi pace. «Non si può morire per un gioco», sussurra. Poi alza il volume della voce. «Come è possibile che in un luna park succeda un incidente del genere?”» Si sfoga Antonino. «Hanno detto che Franci si è tolta la cinta, ma non è vero». Un sospiro. «A lei piacevano questi giochi, le davano adrenalina». Sotto choc anche l’altro figlio Emanuele e la moglie Leonella Lilla. «La mia piccola era bellissima», passa una carezza con le parole alla sua Franci. L’ha appena lasciata distesa sul tavolo dell’obitorio dopo il riconoscimento della salma. I sentimenti si scontrano, tenerezza e rabbia si inseguono. «Non scrivete che mia figlia è andata nel panico, non è così. E adesso chiediamo di sapere se qualcuno è colpevole della sua morte».

La richiesta di giustizia rimbalza in procura.
Una prima ricognizione cadaverica è stata effettuata dal medico legale Claudio Cacaci, a lui sarà affidata anche l’autopsia. La polizia ha sentito testimoni e sta cercando filmati amatoriali. Claudio era nella comitiva di amici venerdì: «Lei ci faceva andare tutti i giorni al Luna park per fare un giro sullo Sling Shot, le dicevamo di attendere che mettessero gli elastici nuovi nella cabina». Venerdì ha saputo che la sostituzione era avvenuta. L’ultima beffa per la povera Francesca.

© RIPRODUZIONE RISERVATA