Parolisi scrive al telefonista
"Aiuta Melania a trovare pace"

Parolisi scrive al telefonista "Aiuta Melania a trovare pace"
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Venerdì 21 Febbraio 2014, 06:32 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 17:06
ASCOLI - "Aiuta Melania a trovare verit e pace!". Con queste parole, cariche di significato, si conclude l'appello di Salvatore Parolisi ha scritto alla persona che il 20 aprile di tre anni, da una cabina al centro di Teramo, chiamò la centrale operativa del 113 per segnalare la presenza di un corpo nel Bosco delle Casermette. Dopo due giorni di ricerche venne rinvenuta Melania Rea priva di vita uccisa da 32 coltellate. A distanza di quasi tre anni, il marito della casalinga di Somma Vesuviana - ritenuto l'unico responsabile dell’omicidio e per questo condannato in appello a scontare trenta anni di cacere - dalla sua cella della casa circondariale di Castrogno, si rivolge all'anonimo telefonista e gli chiede di farsi avanti per aiutarlo ad "uscire dal tunnel".



“Nessuno ti ha mai visto, nessuna sa chi sei. - inizia così il caporalmaggiore scrivendo il suo appello in corsivo su un foglio di carta bianca - L'accusa in quel piccolo territorio non ti ha mai trovato, anche perché non ti ha mai seriamente cercato”. Dalle sue parole trapela il sentimento di un uomo che ribadisce la propria innocenza, nonostante ben due gradi di giudizio abbiano sostenuto il contrario, E' per questo che, Salvatore Parolisi, non si sottrae a lanciare qualche critica agli inquirenti che, a suo dire, non hanno profuso il proprio impegno investigativo nella giusta direzione, “presa com’era l'accusa, ndr) a fare le prove sui cani e a controllare quanta energia elettrica è stata consumata a casa mia la sera della scomparsa di mia moglie”.



(Prove fatte per verificare un eventuale uso anomalo della lavatrice che poteva essere stata utilizzata per cancellare tracce di sangue dai vestiti). Dimostrando di non aver perso la grinta e la voglia di lottare, il caporalmaggiore sfida il suo anonimo interlocutore. “La tua mancanza di coraggio non sta aiutando in nessun modo la vera giustizia - scrive Parolisi -. Basterebbe però poco, pochissimo in qualsiasi modo far sapere a tutti cosa hai visto, quando l'hai visto e cosa hai fatto”. Parole usate come macigni per cercare di squarciare quel muro di silenzio che non consente di giungere alla verità.



"Da uomo a uomo, ti prego, riprendi il tuo coraggio e dicci se la mattina del 20 (aprile, ndr) sei stato tu ad accendere quel telefonino nel bosco". E poi, un ultimo appello, prima di firmare la sua richiesta d’aiuto: "Fammi uscire da questo tunnel".

Un tunnel che potrebbe essere lungo trent'anni; quelli che per la giustizia italiana dovrà scontare dietro le sbarre. Ma prima che la Cassazione si pronunci definitivamente, Salvatore Parolisi lancia un ultimo accorato appello a chi potrebbe aver visto qualcosa e che potrebbe rivelarsi determinante per fare piena luce sulla tragica morte di Melania Rea, strappata brutalmente alla vita e a suoi affetti a soli ventinove anni.
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